Arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri giovedì ma già se ne conoscono le linee guida. Si tratta del Def, quel documento di programmazione economica e finanziaria che vincola il governo a seguire una precisa politica economica e che porta il Parlamento a votarla come prodromo della legge di Bilancio. Il primo elemento che emerge è la variazione della previsione del Pil. Avrebbe dovuto essere del 4,7%. Almeno era la cifra prevista l'ottobre scorso. Ma da allora a oggi è radicalmente mutato lo scenario economico internazionale (tra guerra e crisi energetica). La crescita del Pil dovrebbe quindi fermarsi al 3% se non addirittura sotto. Questa previsione si porta dietro una considerazione sul deficit che dovrà necessariamente salire da quel 5,6% stimato a ottobre, per consentire al governo quel nuovo intervento contro il caro-energia a cui sta lavorando.
Non ci saranno forti scostamenti di bilancio in favore di interventi strutturali. Nel Def prenderanno posto soltanto misure temporanee, che permetteranno all'esecutivo di ponderare la situazione giorno per giorno. Un modus operandi reso necessario dallo scenario internazionale. Uno scenario che non consente previsioni a medio o lungo termine.
Il calo del Pil però non è dovuto soltanto agli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina. Sul banco degli imputati ci sono soprattutto l'inflazione, la lievitazione dei prezzi dell'energia, e il calo della produzione industriale (dicembre -1%; gennaio -3,4%). Uno scenario non favorevole cui si aggiunge la persistenza della pandemia. Elementi questi che rendono il quadro economico molto problematico. Per questo il Def «terrà conto dei rischi della guerra in corso», come ha spiegato il ministro dell'Economia Daniele Franco in Senato. Che si traduce in quell'aumento per le spese militari che salirà al 2% (con un aumento dello 0,8%).
Sulla riduzione delle stime del Pil la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra ricorda che già l'agenzia Fitch «aveva tagliato le stime 2022 addirittura al 2,7%». «Si guarda quindi allo spazio che resterà disponibile - avverte la Guerra - per alzare il deficit e consentire i nuovi sostegni all'economia».
Il governo, ha spiegato il ministro Franco, sta studiando il nuovo quadro temporaneo per gli aiuti di Stato che la Ue ha varato «per sostenere l'economia nel contesto dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia». Il nuovo quadro temporaneo contempla interventi per le imprese, per far fronte alle esigenze di liquidità, e misure compensative simili a quelli messi già in campo. Lo strumento quindi c'è e anche l'avallo di Bruxelles. Serve un altro via libera europeo per alzare il deficit, ovvero la conferma che il Patto di stabilità resterà sospeso anche l'anno prossimo. Franco ha ribadito che la Ue sta prendendo seriamente in considerazione la possibilità e che la decisione sarà presa da Bruxelles entro maggio.
Per quanto riguarda le misure, saranno di nuovo molto mirate - perché il rincaro dei prezzi ha colpito di più alcuni - e la portata non sarà molto ampia. Non dovrebbe cioè coprire tutto l'anno ma, come gli interventi precedenti, soltanto alcuni mesi. Anche se comporterà certamente uno stanziamento più consistente degli ultimi decreti.
Quella descritta dal Def non è più la situazione della pandemia, che ha avuto un certo grado di prevedibilità dal momento in cui sono arrivati i vaccini.
Il modello per i nuovi sostegni potrebbe essere quello del recente taglio delle accise sui carburanti: il decreto copre solo 30 giorni, e il governo è consapevole che sono pochi e che andrà rinnovato, ma si può rinnovare attraverso un decreto ministeriale, quindi una procedura più semplice di un decreto legge.
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