«Niente processi sommari alla polizia. Il corteo di Pisa è stato svolto in totale violazione della legge, i manifestanti hanno ripetutamente tentato di sfondare». Matteo Piantedosi per «dissipare ricostruzioni fantasiose circa asseriti inasprimenti delle attività di Polizia» affronta la prova dell'aula, parlando prima alla Camera e poi al Senato.
Il ministro dell'Interno vuole esprimere la sua piena solidarietà alla forze dell'ordine e ricordare che il governo «sta attuando una inversione storica rispetto ai tagli operati nel passato». Tant'è che Giorgia Meloni mi ha dato proprio in queste ore la disponibilità a convocare di nuovo il tavolo con le organizzazioni sindacali per avviare alla sua presenza le trattative per il rinnovo contrattuale.
Il clima in aula è all'insegna della bagarre, scandito dalle continue interruzioni del centrosinistra, ma anche delle ovazioni del centrodestra. Piantedosi evidenzia che l'aumento del numero di identificazioni è avvenuto soprattutto per effetto del rafforzamento del controllo del territorio. A quel punto si levano nell'emiciclo le voci di Federico Fornaro e Laura Boldrini che ribattono polemicamente: «Anche alla Scala». Il presidente di turno, Giorgio Mulè, invita a «interiorizzare il dissenso», ricordando alle opposizioni che «poi avrete modo di esplicitarlo nei vostri interventi». I decibel salgono quando il ministro dell'Interno ribadisce la sua condivisione delle parole di Sergio Mattarella sugli scontri di Pisa. Ma al di là delle schermaglie d'aula, Piantedosi si concentra soprattutto sul merito di quanto accaduto.
La visione delle immagini di Pisa circolate sui media «ha turbato anche me. Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti e quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica». Il numero uno del Viminale chiede però di evitare giudizi sbrigativi. «Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari. Sono lavoratori che meritano il massimo rispetto. Il lavoro delle Forze di polizia è un presidio delle Istituzioni democratiche».
Piantedosi si concentra poi sul corteo di Pisa, svoltosi «in totale violazione della legge. Non era stato presentato alcun preavviso. La questura ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori. I manifestanti hanno posto in essere ripetuti tentativi di sfondamento. Per garantire l'incolumità degli operatori di polizia, compressi contro l'automezzo, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro». In questo momento storico bisogna fare i conti con una crescente aggressività contro le forze di polizia».
Dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre su tutto il territorio nazionale, si è sviluppata «un'ampia e variegata mobilitazione filopalestinese, in molti casi promossa da sodalizi riconducibili all'area antagonista».
Piantedosi confuta poi a colpi di numeri la presunta compressione del diritto di scendere in piazza. «Nel 2023 sono state 11.219 le manifestazioni con 969.770 operatori di polizia impegnati. I dati smentiscono in maniera inequivocabile una presunta strategia di contrazione della libertà di espressione in Italia».
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