«Il M5s può esistere, ma non deve esserci più un cerchio magico. Gli attuali vertici continuano a incartarsi sulla complessità delle loro regole». Non usa giri di parole Liliana Coppola, che insieme ad altri due attivisti ha presentato il ricorso che ha costretto Giuseppe Conte alle dimissioni.
Cosa c'era di illegittimo?
«Non si possono escludere 81mila iscritti tutto d'un colpo. Pur essendo previsto un preavviso di 15 giorni, ad agosto, sotto l'ombrellone, siamo stati costretti a votare, senza avere il tempo di pensare, sul cellulare, uno statuto stravolto, di 40 pagine e non più di 15 e dove appunto si parlava di capo unico. Le persone votarono solo perché lo disse Conte. La cosa grave è che tutti eravamo d'accordo per un direttivo composto da 5-7 persone».
Perché è contraria al capo unico?
«Una persona sola al comando non funziona. Dopo Crimi e Di Maio si poteva fare solo peggio. Ci saremmo aspettati almeno un confronto tra due soggetti».
Come si chiuderà la vicenda?
«Deve agire il garante Grillo con i suoi avvocati. Scopriremo con il corso degli eventi se il M5s esisterà».
Ci crede ancora?
«Ho creduto nel primo M5s, quello che partiva dal basso, dove non c'erano stanze chiuse e vertici e dove davvero ognuno vale uno».
È la prima volta che i 5 Stelle si incartano sulle loro regole?
«È successo altre volte, pur non essendo coinvolta in modo diretto. A Napoli gli errori sono stati diversi. Basti pensare alle espulsioni o alla gestione delle amministrative».
Dopo che ha firmato il ricorso, quale la reazione degli amici 5 Stelle?
«Poiché le spese legali sono state cospicue, c'è stata una raccolta fondi. Abbiamo ricevuto donazioni provenienti da tutta Italia. Quando si è saputo dell'ordinanza di sospensione dello statuto, migliaia i messaggi e le telefonate di persone che ci ringraziavano per il coraggio».
È favorevole alla proposta di superare la regola del secondo mandato?
«Contraria perché i portavoce terminato il secondo mandato possono mettersi a disposizione in altro modo. Fare il deputato o il senatore non è lavoro a tempo indeterminato».
L'attuale vertice avrebbe come priorità solo
conservare la poltrona«Sui territori non c'è più nessuno di loro. A Napoli hanno eletto persone provenienti da altri partiti. Il problema non è Conte, ma l'esistenza di un cerchio magico a cui bisogna solo ubbidire».
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