«Niente per bocca dalla mezzanotte, mi raccomando!». Fino a ieri questo era il monito dei chirurghi ai loro pazienti obbligati a rimanere a digiuno da liquidi e solidi dalla sera al mattino successivo di un intervento chirurgico programmato con anestesia generale, una tortura di fame e di sete, con proibizione anche di bagnarsi le labbra con un sorso d'acqua, 9 ore di digiuno assoluto pre operatorio, una prassi ormai consolidata, in vigore dal 1946, in tutti gli ospedali del mondo.
Oggi una task force trasversale, rappresentata da diversi Paesi Europei insieme agli Stati Uniti ha presentato nuove linee guida, frutto di un ampio studio clinico durato 18 mesi, promosso dall'Esaic al congresso medico ed anestesiologico di Monaco, e pubblicato sull'European Journal of Anaesthesiology, nel quale si suggerisce un drastico cambio di rotta in tutti gli ospedali del mondo, ovvero una riduzione dei tempi del digiuno pre operatorio a solo due ore prima rispetto all'inizio dell'intervento chirurgico, e in molti casi anche a un'ora prima.
La proibizione di assunzione di cibi e liquidi prima di una anestesia generale era dettata dal rischio di una reazione vagale, con riflesso di nausea e vomito durante l'induzione farmacologica del sonno, con la possibilità di rigurgito di materiale gastrico dall'esofago e conseguente aspirazione nelle vie aeree del paziente addormentato e incosciente, una evenienza che potrebbe comportare una ostruzione dei bronchi con conseguente infezione polmonare, la temibile «polmonite ab ingestis».
Tuttavia nel protocollo pubblicato è stato dimostrato che i periodi prolungati di digiuno non solo non sono più necessari, in quanto non influirebbero significativamente sul volume del contenuto gastrico e sul suo ph, ma possono causare complicazioni nei pazienti di ogni età, che comportano distress respiratorio, confusione mentale dovuta alla disidratazione, come anche ipoglicemia, emicrania, alterazione del bilancio elettrolitico, aumentata insulina-resistenza con nausea e vomito post-operatorio.
Le novità che emergono dalle nuove linee guida suggeriscono che i pazienti devono essere sollecitati a bere fino a due ore prima di entrare in sala operatoria, ovvero sorseggiare «liquidi chiari», come acqua, tè, caffè anche macchiato, camomilla o un succo senza polpa, e se vogliono potranno masticare un chewing gum fino all'ultimo momento, in modo da avere effetti positivi durante il recupero clinico post-operatorio, evitando le alterazioni dinamiche della pressione arteriosa, quelle metaboliche, endocrine e soprattutto psicologiche. La letteratura scientifica ha infatti dimostrato che assumere acqua per bocca prima di una operazione produce volumi gastrici significativamente minori nei pazienti considerati non a rischio (classe Asa1 o 2) ovvero portatori di patologie sistemiche di entità tale da non alterare la funzione digestiva (obesità, diabete, reflusso gastro-esofageo). Nel caso dei bambini invece è permesso di bere succhi o latte materno fino a 4 ore prima di entrare in sala operatoria, acqua fino a una o due ore prima, con digiuno di 6 ore dagli alimenti.
Per quanto riguarda i cibi solidi negli adulti viene prescritto un «pasto leggero» 6/8 ore prima dell'intervento, (contro le 17 ore standard in vigore a oggi), il quale, se programmato nel pomeriggio, prevede di fare una colazione leggera la mattina della stessa giornata, e tale procedura viene considerata sicura e certificata clinicamente. Tutti i pazienti di ogni età sottoposti invece ad interventi chirurgici d'urgenza vanno trattati con procedure standard come se fossero a stomaco pieno.
Normalmente lo svuotamento dello stomaco dopo un normale pasto richiede generalmente dalle 3 alle 5 ore, mentre dopo due ore dall'ingestione di liquidi chiari, il contenuto gastrico è formato solo dalla saliva ingerita e dalle secrezioni gastriche. Le nuove regole che presto entreranno in vigore valgono nei casi di tutte le procedure elettive che richiedono anestesia generale, anestesia regionale o sedazione procedurale, al fine di poter operare un paziente ben idratato e in uno stato metabolico fisiologico e normale.
Questo nuovo programma di informazione medico-scientifica è stato inviato e diffuso a tutte le figure professionali presenti nella gestione peri operatoria, come i chirurghi, gli anestesisti, gli infermieri, al fine di promuovere una nuova consuetudine che diventi uno standard mondiale in tutti i centri sanitari del pianeta.
L'entrata in vigore delle nuove linee guida è prevista per dicembre 2024 o gennaio-marzo 2025, le quali aboliranno il digiuno prolungato preparatorio dalla mezzanotte, quel «nihil per os» (niente per bocca, prescritto in cartella clinica come Npo) che tanto ha fatto soffrire migliaia di degenti, già afflitti dalla fisiologica preoccupazione per l'imminente ingresso in sala operatoria, una esperienza indimenticabile e sempre stressante, che ha messo a dura prova il carattere e la tempra di chiunque l'abbia provata, in qualunque condizione clinica e patologica.
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