Basta un mese per fare esplodere il centrosinistra: i guai dei 5 alleati

Il varo del nuovo esecutivo ha terremotato i i partiti dell'ex maggioranza, dalla scissione dei grillini alle dimissioni di Zingaretti fino alla polverizzazione di "Più Europa"

Basta un mese per fare esplodere il centrosinistra: i guai dei 5 alleati

Il M5s è imploso, il Pd è esploso, Leu si è spaccato e Italia Viva si è ridimensionata. Ci mancava solo la polverizzazione di Più Europa. Che infatti si è manifestata domenica pomeriggio, con le dimissioni da segretario di Benedetto Della Vedova e l'addio di Emma Bonino. Un congresso continuamente rinviato e le lotte interne che proseguono da mesi sono alla base della dissoluzione del partito. Ora in maggioranza, ma all'opposizione del secondo governo guidato da Giuseppe Conte. Come Azione di Carlo Calenda, con cui Più Europa ha costituito un gruppo parlamentare unico. Azione al momento è l'unica forza del vasto arco di centrosinistra a non aver patito le conseguenze politiche dell'operazione che ha portato Mario Draghi a Palazzo Chigi. Il varo dell'esecutivo tecnico-politico di larghe intese è stato uno tsunami per gli equilibri dei partiti alternativi al centrodestra. Nonostante le dichiarazioni dei leader, il primo effetto provocato dal governo Draghi è stato l'accantonamento del disegno giallorosso. Teorizzato dall'ex guru dem Goffredo Bettini, perseguito con tenacia dal già segretario del Pd Nicola Zingaretti, affondato di fronte alla rapida evoluzione della realtà. Passata in secondo piano la strategia della santa alleanza «contro le destre», Zingaretti non ha potuto fare altro che dimettersi. Accusato di subalternità al M5s, tacciato di essere più contiano di Conte, Zinga ha lasciato la segreteria dopo alcuni sondaggi clamorosi. Le prime rilevazioni eseguite all'indomani della scelta di consegnare i Cinque Stelle all'ex premier certificavano un crollo del Pd. I critici hanno colto l'occasione per contestare il segretario su tutta linea. Fuori Zingaretti dentro il pacificatore Enrico Letta. Ma solo fino alla prossima resa dei conti.

Il primo big bang innescato dall'arrivo di Draghi è stato quello del M5s. Alessandro Di Battista se n'è andato. Quaranta parlamentari non hanno votato la fiducia. I vertici hanno reagito spiccando provvedimenti di espulsione. Espulsioni di nuovo in bilico, dato che alcuni epurati hanno dato il via a una battaglia legale che già impensierisce Conte. Proprio la formazione del nuovo governo e l'abbandono, di fatto, dello schema giallorosso hanno spinto l'ex premier ad accettare il ruolo di capo grillino. Con l'obiettivo di rivoltare come un calzino il Movimento. Il futuro tratteggiato da Beppe Grillo prevede un M5s verde, governista e responsabile. Però bisogna fare i conti con Davide Casaleggio. E tra gli stellati ci sono già perplessità sulla scelta di Conte. Letta segretario del Pd è considerato una figura troppo simile all'avvocato di Volturara Appula. In grado di far recuperare consensi ai dem a scapito dei Cinque Stelle, pescando tra gli elettori centristi.

Se il centrodestra riesce a mantenersi unito nonostante Fratelli d'Italia sia all'opposizione, allora l'uragano si abbatte su tutti i partiti del centrosinistra. Compresa la forza politica che ha avuto un ruolo decisivo nella sostituzione di Conte a Palazzo Chigi. Parliamo di Italia Viva, partito di Matteo Renzi. Stando ai sondaggi, non è valso a molto l'attivismo di Renzi per portare Draghi al governo. Iv è inchiodata a percentuali molto basse. Mentre Conte e Letta, le due vittime politiche più illustri del senatore fiorentino, sono rispettivamente a capo del M5s e del Pd. Eloquente il silenzio di Renzi sulla nomina di Letta a segretario dem.

Resta Leu, che di fatto non esiste più. I bersaniani appoggiano Draghi, con Roberto Speranza di nuovo ministro. Sinistra Italiana, l'altra componente del cartello, si è spaccata.

Il deputato e segretario del partito Nicola Fratoianni è all'opposizione, il suo collega Erasmo Palazzotto e la senatrice Loredana De Petris hanno detto sì a Draghi. L'uomo che involontariamente ha cambiato i connotati al centrosinistra.

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