"Basta speculare sugli stranieri". Formigli ossessionato dalla Meloni

Corrado Formigli continua la sua campagna anti-Meloni e anti-centrodestra, Il conduttore di Piazzapulita non si nasconde: “Sì, sono un giornalista di parte”

"Basta speculare sugli stranieri". Formigli ossessionato dalla Meloni

La tragedia di Civitanova Marche, con la morte del venditore ambulante Alika Ogorchukwu, ha assunto toni politici. Come spesso accade, giornalisti e attivisti di sinistra hanno strumentalizzato il dramma per attaccare frontalmente i partiti di centrodestra, a partire da Fratelli d’Italia e Lega. In prima linea, come sempre, Corrado Formigli. Il conduttore di Piazzapulita ha subito messo nel mirino Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ancor prima di esprimere solidarietà alla famiglia della vittima.

Risentita dall’orrenda strumentalizzazione, la Meloni non ha esitato a definire Formigli “uno sciacallo”. Il giornalista, evidentemente ossessionato da tutto ciò che è centrodestra, ha proseguito lo scontro a distanza direttamente sulle pagine della Stampa. “Le scrivo questa lettera per provare a fissare alcuni paletti che permettano a lei, leader di un importante partito e aspirante presidente del consiglio, e a noi giornalisti, di convivere fino al 25 settembre e anche dopo. Nel rispetto reciproco dei diversi ruoli”, ha esordito il volto di La7.

Formigli ha puntato il dito contro il presunto bombardamento della contro gli immigrati: a suo avviso, l’omicidio di Alika“ci ha mostrato a che livello di ignavia, per non dire risentimento sordo e rabbioso, sono arrivati tanti italiani che da anni assistono al più completo degrado del linguaggio e della cosa pubblica”. Per buttarla un po’ in caciara, il conduttore di Piazzapulita ha citato anche il caso di Luca Traini.

Tornando sul punto – più o meno – Formigli ha rivolto una domanda alla Meloni:“Dopo una lunga storia politica mirata ad allontanare dai nostri confini i migranti, a demonizzarli, a condannarli senza attendere tre gradi di giudizio, a immaginare bellicosi blocchi navali (senza peraltro spiegare nel dettaglio come farli) era legittimo oppure no domandarle se e cosa avrebbe scritto sull'assassinio a mani nude di un ambulante nigeriano da parte di un italiano criminale e razzista?”. Il 54enne ha ripercorso poi, minuto per minuto, quanto accaduto venerdì: in buona sostanza, la leader di FdI avrebbe dovuto prendere posizione sulla tragedia di Civitanova Marche entro un determinato orario, sancito dall’onnipotente Formigli.

Il napoletano si è poi soffermato su un altro puntodella questione. “Noi facciamo domande, esprimiamo opinioni, critichiamo. Col solo limite della legge. Nel fare quel tweet a lei rivolto sono stato di parte? Certo, e lo rivendico”, l’analisi del cronista, che con un grande giro di parole ha invitato la Meloni ad accettare le critiche (anche quando, evidentemente, sono strumentalizzazioni vergognose). Formigli, in chiusura, ha continuato la sua propaganda anti-FdI and company: “Per quanto mi riguarda, sul fronte della destra, mi impegno a fare accuratamente il mio lavoro.

Continuando a occuparmi delle lobby nere che avvelenano il sovranismo italiano - a proposito, i suoi colleghi di partito che facevano i saluti romani e le battute naziste sono ancora al loro posto, lo sa? - e indagando sulle future alleanze europee, a cominciare dal suo amico Viktor Orban che inneggia alla "razza" vagheggiando un'Ungheria bionda e pura. Lei che ne pensa? E se sarà premier, andrà ancora ad abbracciarlo?”.

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