Prudenza ma anche soddisfazione. Chi ha incrociato l'altra sera il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (foto) alla festa della Lega a Cervia ha avuto questa impressione, confermata dalle sue parole: «Dopo due anni di lavoro abbiamo sfatato le previsioni avverse dei gufi. Continueremo a lavorare in modo serio e responsabile, senza fare i fanfaroni i risultati arrivano», ha detto il titolare del Mef. Se la situazione dei conti non è rosea è colpa di chi oggi blatera ma ha lasciato solo macerie. «Non si chiama più ministero del Tesoro», sottolinea Giorgetti con una battuta davanti a militanti romagnoli e giornalisti, «perché di tesoro non ce n'è. Quando sono arrivato ho trovato soltanto debiti, non tesori».
Il risultato record della lotta all'evasione (+7,2 miliardi, un terzo in più del 2023) è la migliore risposta alle doglianze dell'opposizione sulla strategia del «fisco amico» che sta dando risultati importanti. «Noi non strizziamo l'occhio agli evasori. Noi vogliamo rendere il prelievo fiscale più semplice possibile: con il concordato preventivo a tutti chiederemo di adeguarsi. Se qualcuno persiste nella volontà di fare il furbo sarà più semplice scoprire quelli». Un segnale anche alle partite Iva, alle prese con il rebus sul concordato fiscale preventivo. Se i controlli funzionano, meglio accettare di pagare un forfait agevolato piuttosto che rischiare la stangata. La stretta sugli evasori e i vantaggi del concordato viaggiano di pari passo, la pausa agostana da avvisi, pignoramenti e riscossioni servirà a far riflettere gli scettici. Stesso discorso per le cartelle esattoriali. L'allargamento della Rottamazione quater anche alle cartelle 2023 e a chi ha saltato una o più rate (almeno un contribuente su tre di chi ha aderito) è rinviata a dopo il 15 settembre, data a cui è slittato il termine per il pagamento della quinta rata scaduta il 13 luglio.
I risultati lusinghieri della lotta all'evasione sono stati offuscati sui quotidiani mainstream. Ieri quasi nessun giornalone ha riportato i dati record sulla lotta all'evasione, al contrario della solita propaganda a base di fake news. Come la storia della tassa sugli extra profitti. «Non c'è niente di extra profitti da tassare, tassiamo i profitti. Stiamo lavorando, con incontri con i ministri anche in questi giorni», sottolinea il leghista, alle prese con la delicata costruzione della prossima legge di Bilancio che dovrà iniziare il suo percorso a settembre, quando inizierà una guerra di emendamenti tipo Cambogia. Anche l'aumento delle entrate fiscali - figlio del record di occupati e degli investimenti del Pnrr - conferma l'ottimismo sui conti pubblici. «Ma ci sono ordini di priorità che cercheremo di rispettare», quelle dettate dall'Unione europea che guarda con attenzione all'Italia.
Sul tavolo c'è anche l'annosa questione dei crediti fiscali per Ricerca e sviluppo, destinati a chi investe e diventati l'ennesima occasione persa per colpa della crisi.
«Serve una rimodulazione dei prestiti bancari, ne ho parlato con Giorgetti. Abbiamo annunciato una misura saldo e stralcio entro il 30 ottobre», è l'idea lanciata dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
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