Belen rivive un incubo: "Ho perso un bambino per il mio video rubato"

Dopo i casi Cantone e Leotta, la showgirl racconta: «Gravidanza interrotta per stress»

Belen rivive un incubo: "Ho perso un bambino per il mio video rubato"

Lei, nel tritacarne del web, ci è finita in modo infernale qualche anno fa. Quando un video, in cui la si vedeva mentre faceva sesso con un fidanzatino di quand'era ragazzina, venne messo in rete e divenne immediatamente il più cliccato del momento. «Una vergogna, una sofferenza talmente forte mi causò quella situazione da farmi perdere il bambino che aspettavo». È la stessa Belen che prende coraggio, fa un sospiro, e racconta la vicenda in pubblico, con gli occhi che le brillano per le lacrime in agguato.

Siamo alla conferenza stampa di presentazione della nuova stagione di Striscia la notizia che lei condurrà per una settimana insieme a Michelle Hunziker da lunedì prossimo e non si può non chiederle un parere su quanto accaduto alla giornalista di Sky Diletta Leotta le cui foto nuda sono state hackerate e postate e soprattutto su quanto successo a Tiziana Cantone, la giovane donna che si è uccisa per la vergogna provata per i suoi video hard fatti circolare sul web. «Quando ho sentito la notizia del suicidio di Tiziana - comincia Belen - ero a casa e mi sono messa a piangere, perché anche a me è successa una cosa del genere. Quel video che tutti guardavano per me è stata una violenza fortissima, uno stupro. Mi è venuta una forte depressione e si è interrotta la gravidanza». La showgirl - era il 2011 - aspettava un bambino da Fabrizio Corona, erano gli ultimi mesi della loro burrascosa relazione. Si sapeva - lo aveva già confermato lei tempo fa - che aveva perso il suo primo bambino. Ma solo ieri, per solidarietà nei confronti della Leotta e della famiglia della Cantone, ha deciso di rivelare la causa di quell'aborto spontaneo. «Per un po' di giorni ho pensato di scrivere un post sul dramma di Tiziana - ha aggiunto - poi ho pensato che se lo avessi scritto avrei alimentato le visioni di quelle foto e molti sarebbero anche tornati a guardare il mio video». Ma, la domanda del giornalista, smuove la sua voglia di intervenire. «A mettere in circolazione quelle riprese era stato un mio fidanzato, le aveva fatte lui quando ero ancora in Argentina, avevo 18 anni - ricorda -. Gliele hanno pagato bene e le ha cedute. E, io, non ho mai avuto un risarcimento per quanto mi è stato fatto».

Lei li conosce bene i pericoli che corrono le donne che mettono in mostra il proprio corpo, lei ci gioca con le sue curve mozzafiato, scende le scale di Sanremo mettendo bene in mostra una farfallina tatuata sull'inguine, posta foto sul suo profilo Instagram (seguito da milioni di fan) in cui è sempre in costume (quest'estate in vacanza a Ibiza) o con scollature vertiginose, o mentre si esibisce in balli sexy come si addice a una buona sudamericana. I suoi amori, veri o presunti, occupano decine di pagine e siti. «Ma una cosa è fare la showgirl, la televisione, un'altra è fare la prostituta, noi non facciamo film porno. Facciamo l'amore come tutti e la nostra intimità deve essere rispettata». Il fatto è che il web non lo si può fermare, quando un video viene postato, poi da qualche parte spunta sempre anche se si fa ricorso alla polizia postale. «È questo il vero problema - insiste accorata la conduttrice -. Io ho chiesto a tutti di far togliere quel video, ma non c'è stato verso. Ho fatto denuncia ma il giudice incaricato, una donna, mi ha addirittura chiesto se non ero stata io a mandare in rete le immagini per farmi pubblicità. Per cui non posso far altro che dire alle donne di stare attente, di non mettere nulla in rete, di non farsi riprendere in alcun modo».

A Belen fa eco Michelle Hunziker, da sempre impegnata in aiuto alle donne, e racconta un episodio accaduto alla figlia maggiore Aurora.

«Era a una festa e una sua amica le ha chiesto se poteva provarsi il suo abito. Sono andate in una stanza per scambiarsi i vestiti e un ragazzo appostato le ha scattato una foto e poi l'ha inviata ai social. Ragazze, state in guardia...».

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