Un incontro che medica la ferita, ma solo in linea teorica. Il fondatore del MoVimento 5 Stelle Beppe Grillo e l'ex premier Giuseppe Conte hanno avuto modo di scambiarsi più di due chiacchiere, durante la giornata di oggi, a Marina di Bibbona. Lo scopo era quello di rimettere in sesto i cocci. Quelli rimasti per terra dopo tante polemiche. I toni tra i due erano stati anche aspri. Ma il MoVimento, si sa, è sempre pronto a cambiare impostazione e stile. In queste ore, si è parlato di un "patto della spigola", considerando il menù attorno cui ha avuto luogo il summit. Forse sarebbe più opportuno parlare di una "sceneggiata". Comunque, le fotografie hanno immortalato la presunta rinnovata sintonia.
Il duo è apparso sinergico, ma i primi mal di pancia emergono a poche ore di distanza. La tregua, insomma, rischia di essere finta o comunque poco duratura. Le voci già si rincorrono: Beppe Grillo, alleandosi di nuovo con il professore scelto per guidare dapprima il governo gialloverde e poi il governo giallorosso, avrebbe lasciato troppi centimetri per strada, sia in termini di credibilità sia rispetto al vigore politico. Viene riportato un virgolettato sintetico e lapalissiano: Beppe si sarebbe "indebolito". Del resto chi è il leader dopo il "patto della spigola"? A saperlo.
E a sostenere che Grillo ne sia uscito indebolito, secondo quanto ha ripercorso l'Adnkronos, è stato più di qualche eletto dei pentastellati. Non una considerazione esterna, dunque, ma una presa di posizione che proviene dall'interno del MoVimento. In maniera più specifica, da più di qualche parlamentare. Quasi a certificare come la convivenza tra Grillo e Conte, per quanto narrata, risulti comunque difficile. Al netto dei piatti di pesce, il menù politico prevedeva lo statuto: quello è stato il casus belli, quello doveva essere il primo da assaggiare. E sembra che su quello il due sia stato concorde: si dice che sabato possa essere il giorno buono per la pubblicazione.
Più che ciò che si vede sulla tavola, però, è il fondo del piatto a destare più di qualche preoccupazione tra i grillini. Sembra quasi che gli eletti rivendichino una linea chiara, dunque un vertice solo. Sarebbe anche naturale, data la centralità che la politica ha attribuito alla leadership ed ai suoi interpreti di questi tempi. E non è un dettaglio di poco conto. Se Grillo e Conte si sono ritrovati, lo dirà il tempo. Per ora i segnali suggeriscono di non dare nulla per fatto, per usare un eufemismo. Esiste una frangia di parlamentari che fa riferimento a Beppe (queste fasi politiche lo hanno dimostrato), ma ne esiste anche un'altra che vuole mettersi da parte il grillismo delle origini (che ora però è divenuto filo-Draghi), per abbracciare le posizioni di Conte. Quali siano queste posizioni, per certi aspetti, rimane un mistero, ma tant'è.
Quando ci si riferisce al MoVimento, la partita tra governisti e sfascisti non può essere delimitata con precisione. Per quanto, in relazione alle circostanze odierne, sembra proprio che sia Conte a voler sfasciare. Rispetto ad un tema specifico, cioè la riforma della Giustizia, l'ex presidente del Consiglio sembra il più intenzionato del duo a dare battaglia. L'Agi cita un "redde rationem", ossia una resa dei conti.
L'ex premier giallorosso e gialloverde avrebbe manifestato la volontà di non accettare la riforma della Giustizia com'è stata concepita dal premier Mario Draghi e dal ministro Marta Cartabia. Non è una postilla: l'esecutivo in carica, con la riforma della Giustizia, punta a rinnovare il Paese, ma anche a soddisfare una delle richieste mosse dall'Unione europea in virtù del Recovery Fund. Insomma, Mario Draghi vuole velocizzare. E ogni giorno è prezioso.
Ma Conte sta giocando la sua di partita. E come ribadito dalla fonte appena citata, i pentastellati stanno lavorando in modo certosino ai subemendamenti. L'ex premier giallorosso, ma anche gialloverde, potrebbe essere ricevuto da Draghi nel corso della giornata di lunedì. Quello potrebbe essere il giorno dello scontro tra uno dei partiti che compone la maggioranza di governo ed il presidente del Consiglio in carica.
Lo stesso giorno, però, potrebbe anche essere quello della fine della tregua tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo, che non sembra disposto a strappi clamorosi. In caso, più che un pranzo, quello di oggi diventerebbe un break.
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