Berlino. Incostituzionale perché lesivo delle competenze dello Stato centrale. Senza entrare nel merito della questione, la Corte costituzionale tedesca ha bocciato il Mietendeckel, la legge che ha imposto un tetto legale agli affitti a Berlino. Il provvedimento era stato approvato a gennaio 2020 dalla giunta guidata dal borgomastro Michael Müller: una coalizione fra il partito socialdemocratico del sindaco, i social-comunisti della Linke e il partito ecologista. La bocciatura da parte della Corte di Karlsruhe non era del tutto inaspettata: al momento del varo del provvedimento, considerato il fiore all'occhiello dell'amministrazione rosso-rosso-verde, lo stesso Müller aveva riconosciuto che ci si avventurava in «territori giuridici inesplorati».
La legge appena bocciata prevedeva che i proprietari di case e appartamenti potessero concedere i loro beni in locazione a un prezzo compreso fra i 3,92 euro e i 9,80 euro al metro quadro sulla base di criteri prestabiliti. La misura era stata adottata in reazione al caro-affitti che negli ultimi due lustri ha reso la vita difficile a tanti berlinesi.
Da oltre vent'anni la capitale tedesca attira nuovi abitanti: dal resto della Germania, dell'Europa e del mondo. Solo fra il 2011 e il 2019 la popolazione residente è aumentata da 3,27 a 3,64 milioni di abitanti, senza contare tutti i cittadini che gravitano intorno alla Porta di Brandeburgo mantenendo la residenza ufficiale altrove. Alla crescita della domanda non è corrisposta una crescita dell'offerta e le case sono diventate ogni anno più care. Care e introvabili. Prima della pandemia, imbattersi in centinaia di persone in fila sul marciapiede a Berlino poteva indicare solo due cose: la ricerca di comparse da parte di un casting o l'apertura di un appartamento sfitto alle visite di tanti candidati inquilini pronti a svenarsi pur di trovare casa. Da cui la soluzione escogitata dal Senato (così si chiama la giunta berlinese) di Müller. Peccato però che, secondo le analisi dei principali economisti tedeschi, la cura ha aggravato il male. In una rilevazione dell'Ifo dello scorso febbraio si legge che in seguito all'introduzione del Mietendeckel «l'offerta di immobili in affitto nel segmento regolamentato è diminuita» mentre «gli affitti e i prezzi d'acquisto per le proprietà non vincolate a Berlino sono recentemente aumentati più velocemente che nel gruppo di controllo». La questione ha poi assunto una poderosa valenza politica con ben 284 parlamentari della Cdu di Angela Merkel e dei Liberali (Fdp) uniti al ricorso esperito dalle associazioni dei proprietari armi partiti lance in resta a difesa della proprietà privata.
Nello scontro restano sbriciolati migliaia di inquilini berlinesi ai quali sono stati fatti firmare contratti di locazione condizionati alla sentenza di ieri: da oggi scatta l'aumento di affitto e, come se la pandemia non bastasse, per tanti è pure retroattivo.
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