Roma - Salvo ripensamenti dell'ultima ora Berlusconi dopodomani volerà a Malta per partecipare al congresso del Ppe. I più maliziosi sostengono che la gita vada letta come uno schiaffo a Salvini e Meloni che in più occasioni hanno preteso che il Cavaliere si sganciasse dal partito in cui in Europa milita anche la cancelliera di ferro Angela Merkel. L'ex premier, però, getta acqua sul fuoco. Forza Italia è e resterà stabilmente nella famiglia dei Popolari europei seppur con un atteggiamento fortemente critico nei confronti di quest'Europa. Un'Europa da rifondare da dentro; non un'entità da cui fuggire scimmiottando una Brexit che, per noi, sarebbe catastrofica. Berlusconi non trova incoerente far parte del Ppe in Europa e siglare, in Italia, un patto di ferro con Lega e Fratelli d'Italia. In fondo, ripete spesso, anche in passato l'alleanza con il Carroccio ha funzionato senza creare problemi di sorta né in casa né all'estero; neppure quando il verbo leghista era quello della secessione. L'idea di fondo del Cavaliere è che soltanto un centrodestra moderato, liberale e popolare, il cui perno dovrà essere Forza Italia, potrà essere vincente sbarrando la strada al vero pericolo, rappresentato da Grillo e i 5 Stelle. Viene peraltro valutato positivamente che negli ultimi giorni sia Salvini sia Meloni abbiano smussato gli attacchi all'Europa sostenendo di non essere antieuropeisti ma soltanto fortemente eurocritici. Analogo pensiero di Berlusconi che quindi ha tutta l'intenzione di partecipare al congresso del Ppe anche se non sono previsti suoi interventi ufficiali. Il Cavaliere vuole parlare soltanto dopo che i giudici di Strasburgo lo abbiano riabilitato completamente, facendo giustizia sul caso dell'applicazione retroattiva della legge Severino.
Folta la delegazione azzurra presente a Malta, composta da 18 parlamentari in veste di delegati, a cui si aggiungono i 12 eurodeputati guidati dal capogruppo Elisabetta Gardini e il neo presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani. A Malta ci sarà anche Gianfranco Rotondi, leader di Rivoluzione Cristiana, movimento federato con Fi: «La mia presenza al vertice quale delegato rafforza la nostra federazione con Fi e l'auspicio di poterla presto allargare agli amici dell'Udc, che hanno condiviso con noi la battaglia referendaria per il no».
Rotondi, peraltro, è il vero regista dell'«operazione rientro»: alcuni parlamentari di Ncd e Ala sarebbero in procinto di tornare verso Arcore. Ma invece che approdare in Forza Italia, potrebbero ingrossare le fila dei centristi di Cesa e Rotondi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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