S ono io l'unico argine ai populismi. Se solo gli eurogiudici facessero giustizia... Questo il senso del ragionamento che Berlusconi ha fatto al presidente del Partito popolare europeo Joseph Daul, ospite a Palazzo Grazioli per una cena riservata lo scorso giovedì. Nel menu della serata, tutti i più importanti temi internazionali: dalla crisi dell'Europa, minacciata da egoismi nazionali e populismi; all'incognita del neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump; passando per il futuro del centrodestra europeo con il prossimo congresso del Ppe in programma a Malta in marzo.
Daul, che stima e apprezza Berlusconi, non ha nascosto le sue preoccupazioni per il vento antieuropeista che sta spirando nel vecchio continente. Un po' dappertutto cresce la destra populista che auspica l'effetto domino dopo la Brexit: c'è Marine Le Pen in Francia, Frauke Petry in Germania, Geert Wilders in Olanda, Matteo Salvini in Italia. Tutti convinti che l'Europa vada smantellata; e questo inquieta Joseph Daul che non nasconde di non amare affatto il capo della Lega, partito con cui sarebbe difficile fare un'alleanza. Il Cavaliere ha cercato di non alimentare troppo i timori di Daul ma ne ha condiviso il pensiero: «Noi siamo stabilmente ancorati ai valori del Ppe - ha ribadito -. Siamo moderati ed europeisti ma l'unico modo per non alimentare l'euroscetticismo è cambiare radicalmente l'Europa, soffocata da burocrazia ed egoismi nazionali». L'altro modo per togliere acqua al mulino della Lega è riabilitare il leader di Forza Italia. Come a dire: se la Corte di Strasburgo accogliesse il mio ricorso e mi rendesse giustizia, io potrei correre ancora e vincere; a quel punto la guida del centrodestra sarebbe in mano a un moderato e non a chi vuole dare il colpo di grazia all'Europa.
È ovvio che Daul non ha alcun potere sugli eurogiudici ma ha condiviso la visione dell'ex premier. Ad entrambi sta a cuore il futuro del centrodestra europeo e a questo proposito il Cavaliere ha confermato che sarà presente al prossimo congresso del Ppe, in programma a Malta dal 23 al 30 marzo. Un appuntamento importante che vedrà Berlusconi in prima fila ma a un patto: «Ci sarò ma non intendo parlare; lo farò soltanto quando la Corte europea dei diritti dell'uomo mi ha avrà ridato giustizia». Nessun discorso, quindi; anche se il summit sarà l'occasione per incontri bilaterali importanti. Per esempio, così come già avvenuto a Madrid nell'ottobre del 2015, il Cavaliere potrebbe incontrare nuovamente la cancelliera Angela Merkel. E chissà se quella non possa essere l'ennesima occasione per ribadire che l'Europa, se non vuole implodere, deve abbandonare la politica dell'austerità e dei vincoli che continuano ad alimentare l'antipolitica.
Daul e Berlusconi hanno parlato anche di Trump la cui elezione rappresenta una vera e propria rivoluzione del futuro scenario internazionale. Ma anche qui il Cavaliere è stato cauto: «Bisogna vedere cosa effettivamente farà la sua amministrazione; non possiamo dare giudizi affrettati soltanto in base a quanto detto in campagna elettorale».
Naturalmente Berlusconi ha ribadito: «Spero che Usa e Russia tornino a collaborare come fecero quando io ero al governo; ma non nascondo che mi preoccupa un po' il ritorno dell'isolazionismo americano. Sarebbe un grande errore per l'Europa, per il mondo intero ma anche per la stessa America».
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