«Io sono in campo comunque. A prescindere dalla sentenza degi giudici di Strasburgo». Questo il pensiero di Berlusconi che, ad Arcore, lavora al programma e compulsa i sondaggi. Certo, in merito al verdetto che dovrebbe restituirgli l'agibilità politica e la possibilità di ricandidarsi, non fa certo spallucce: «Non è tanto per il mio caso personale, che pur è assurdo. Ma è un intero popolo che ha subìto un torto. La democrazia è stata ferita e mi aspetto che i giudici europei si pronuncino quanto prima». Impossibile sapere quando. Si mormora in autunno ma una data certa ancora non c'è. L'ex premier, tuttavia, si considera ancora in pista e sembra voler combattere a prescindere dalla decisione degli eurogiudici. Anche perché i suoi amati sondaggi parlano chiaro: in campagna elettorale Berlusconi vale almeno 5 punti percentuali in più se non oltre. Il che vuol dire superare di gran lunga la Lega di Salvini e ipotecare la guida della coalizione di centrodestra.
Tutto dipende, comunque, dalla legge elettorale. L'ideale, per l'ex premier, è raggiungere un accordo su un sistema proporzionale con il premio di maggioranza alla coalizione anziché alla lista. In questo modo si potrebbe disinnescare il problema primarie: ogni partito correrebbe in solitaria, indicando il proprio candidato premier. Il partito che ottiene più voti all'interno di una coalizione esprimerebbe il candidato alla presidenza del Consiglio. Berlusconi è disposto a trattare con il Pd e la persona più fidata a farlo è pronta: sarà Gianni Letta a tenere i contatti con il Nazareno.
Attenzione ai tempi, però. Il Cavaliere non ha fretta anche perché «prima di maggio è inutile parlarne. Anche perché con chi dobbiamo parlare? Occorre aspettare il congresso del Pd». In effetti a sinistra è il caos e l'ex premier vorrebbe avere un interlocutore certo e affidabile. Sebbene, come al suo solito, il Cavaliere non vuole entrare nel dibattito interno agli altri partiti, è evidente che si auguri la sconfitta di Renzi. La rottura del patto del Nazareno brucia ancora e per come si è comportato in passato, l'ex sindaco di Firenze non ha più la fiducia di Berlusconi. Meglio Emiliano oppure Orlando; ma in ogni caso è presto per fare il tifo per uno o per l'altro. Ciò che conta è che al Pd sia già pervenuta la disponibilità degli azzurri a convergere su un sistema proporzionale con premio alla coalizione.
Intanto Berlusconi lavora al programma come se le elezioni fossero imminenti, anche se non lo sono affatto. Anzi, secondo il Cavaliere il governo potrebbe andare avanti anche fino alla fine della legislatura. Per allora l'ex premier confida di risolvere la grana con gli alleati, in special modo con Salvini. Per ora resta il gelo polare ma l'ex premier non se ne cura più di tanto e chiede ai suoi di «parlare dei problemi della gente e non delle alchimie di Palazzo».
A questo proposito, specie dopo l'incontro avuto con i coordinatori regionali di Forza Italia, Berlusconi vuole lanciare un security day che dovrà tenersi in tutte le Regioni durante il week end: banchetti, tavole rotonde e conferenze stampa per affrontare il tema sicurezza e immigrazione.
E dal centro nevralgico di Forza Italia è già partito, diretto in periferia, un corposo file con temi, proposte, cifre che riguardano il fenomeno sicurezza e immigrazione, ad esso collegato. Insomma, Berlusconi è già in campagna elettorale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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