Evitare spaccature, proseguire la legislatura nel segno della continuità e far viaggiare il governo sui binari della ripresa. Questa la rotta indicata da Silvio Berlusconi, al lavoro per affrontare le tematiche più attuali della politica italiana e le sorti del centrodestra. Il Cav, dimesso pochi giorni fa dall'ospedale San Raffaele di Milano, innanzitutto ha tenuto a rassicurare tutti sul suo stato di salute: "Sto bene. Sinceramente ho passato prove più dure. In questo caso si è trattato di un malessere fastidioso che i miei medici hanno ritenuto più prudente fosse trattato in ospedale".
La corsa al Colle
Il ricovero però non gli ha impedito di affrontare attentamente la partita per l'elezione del presidente della Repubblica. Una corsa a cui ha rinunciato per responsabilità nazionale, scongiurando una divisione del Paese e un'impasse della politica che si sarebbe potuta rivelare molto pericolosa ai danni degli italiani: "Ho rinunciato semplicemente perché da due anni sto lavorando per l’unità politica e morale della Nazione in un momento di emergenza". Pertanto ha ritenuto che per l'Italia fosse più utile "evitare che sul mio nome si consumassero polemiche o lacerazioni inopportune".
Tuttavia il leader di Forza Italia non si dice né amareggiato né deluso, anche perché è stato lui stesso a prendere la decisione del passo indietro al termine di un periodo di riflessione. Eppure la proposta di candidarsi per il Colle era arrivata "da tante parti": a sollecitare una sua discesa in campo non erano stati solo i partiti del centrodestra, ma anche "singoli parlamentari di altre aree politiche" oltre che "moltissimi cittadini".
Il Mattarella bis
La partita per il Quirinale si è conclusa dopo otto votazioni, con Sergio Mattarella che è stato nuovamente eletto capo dello Stato. Sembrava essere un'ipotesi remota vista la sua indisponibilità più volte fatta trapelare, ma alla fine i partiti hanno deciso di convergere sul bis per sbloccare lo stallo politico e chiudere la questione. In precedenza c'era stato un tentativo per l'indicazione di Pier Ferdinando Casini, che però non aveva riscontrato una sufficiente condivisione tra le forze politiche. Così il bis di Mattarella è diventato realtà.
Una scelta che Berlusconi rivendica: anche in questo caso ha prevalso la sensibilità verso gli italiani. Dunque, "ritenendo necessario garantire la stabilità del governo e del Paese", ha chiamato il presidente Mattarella chiedendogli la disponibilità a essere votato e assicurando il sostegno di Forza Italia. A suo giudizio la conferma dell'attuale presidente della Repubblica rappresenta "un passo importante sulla strada della stabilità".
Quanto al rapporto con il premier Mario Draghi, il Cav ha specificato che la sintonia non manca e che apprezza l'operato che sta svolgendo a Palazzo Chigi. Proprio l'ammirazione per il lavoro che sta portando avanti il presidente del Consiglio lo ha portato a cercare soluzioni "all'insegna della stabilità, che consentissero al governo di continuare ad operare serenamente".
I rapporti nel centrodestra
Berlusconi, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha parlato anche dei rapporti all'interno del centrodestra. La coalizione è stata messa a dura prova nel corso dell'elezione del capo dello Stato: prima sono emersi circa 60 franchi tiratori che hanno affossato la candidatura di Maria Elisabetta Alberti Casellati, poi la spaccatura è stata evidente sul Mattarella bis. Ad andare su tutte le furie è stata Giorgia Meloni, ma il Cav ha assicurato che i rapporti personali tra i leader "non sono mai stati in discussione, anche nei momenti di dissenso".
La posizione di Berlusconi non cambia, anche perché lui ha reso possibile l'alleanza dal 1994. Allo stesso modo non intende snaturare il ruolo di Forza Italia, che resta "la sola grande forza di centro liberale, cristiano, garantista, europeista". Un centro "senza il quale non si vince e che deve avere un ruolo trainante".
Il futuro di Forza Italia
In questi giorni si parla di una federazione con i partiti centristi del centrodestra (Coraggio Italia, Noi per l'Italia, Udc) per essere forza attrattiva. Un'ipotesi verso cui Berlusconi non chiude affatto la porta: "Sono favorevole a tutto ciò che può riunire i moderati, nel solco del Partito Popolare Europeo, di cui siamo orgogliosamente espressione in Italia". Tuttavia ha frenato sulla legge elettorale, mentre la sinistra continua il pressing per rivederla in senso proporzionale: per il Cav è difficile immagine un percorso di modifica della legge elettorale, anche perché "nell'ultimo anno di legislatura il Paese ha ben altre priorità".
Berlusconi non ha intenzione di abbandonare la guida di Forza Italia, ma ha ribadito la volontà di "rinnovarci e allargarci".
La struttura dirigente azzurra ha svolto "un ottimo lavoro" nella difficilissima fase dell'elezione del presidente della Repubblica, anche se non ha escluso l'ingresso di personalità provenienti dal mondo delle imprese e delle professioni. Comunque non intende sottrarsi dalla gestione in prima persona: "Io continuerò a fare la mia parte come sempre, per il mio Paese, per i nostri valori, per i nostri grandi ideali di Libertà".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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