Berlusconi è sicuro: «Andremo alle urne nel 2018 e vinceremo». Il Cavaliere lavora al suo Albero della libertà ed è convinto che le ruggini con la Lega si dissiperanno. C'è tempo per trovare la quadra anche se, ottimista com'è, l'ex premier sottolinea che «il programma è condiviso già al 90 per cento». Certo, il solco tra il polo sovranista e gli azzurri in materia di euro non è piccolo. Salvini e Meloni cavalcano l'antieuropeismo della Le Pen e vorrebbero l'uscita dell'Italia dalla moneta unica. Il Cavaliere resta perplesso perché, secondo lui, «uscire dall'euro sarebbe rischioso per il Paese: si avrebbero ripercussioni sia sul debito pubblico sia sui risparmi degli italiani. I tassi di interesse salirebbero e così pure l'inflazione; senza contare la possibile ondata speculativa». Tuttavia Berlusconi è sempre stato molto critico sul modo in cui l'Italia è entrata nell'euro ed ora sta studiando la strada della doppia moneta, sulla scia dell'esperienza delle Am-lire del dopoguerra. Ma su questo ne vuole parlare a quattr'occhi proprio con il leader del Carroccio; convinto com'è che «in privato, come spesso accade, mi darà ragione». È probabile un incontro già questa settimana o la successiva.
Dal canto suo Salvini boccia l'ipotesi della doppia moneta: «Le due monete nello stesso portafoglio non mi sembra che abbiano molto senso economico», dice. «Ci sono sette premi Nobel per l'economia che dicono che l'euro è un esperimento finito male. Quindi noi ci stiamo preparando al dopo euro, con una moneta italiana più giusta, più utile alle nostre imprese».
Per la duplice partita, ricostruzione del centrodestra e riscossa elettorale, il fattore tempo è fondamentale. Il Cavaliere è convinto, e forse anche spera, che non si andrà alle urne prima della scadenza naturale della legislatura, prevista per il febbraio del prossimo anno. E quello che era il suo pensiero privato, l'altro giorno è diventato pubblico «Andremo alle elezioni nella primavera del prossimo anno - aveva detto sabato a Milano - Noi potremo superare il 40% e poi scatterà il premio di maggioranza che ci porterà a più del 50% in Parlamento». È probabile infatti che l'attuale Parlamento non abbia alcuna voglia di mettere il turbo alla discussione sulla legge elettorale né tanto meno di andare a casa in anticipo. Resta la possibilità del voto in autunno ma anche in questo caso è poco probabile una campagna elettorale ad agosto. Senza contare che il faro del capo dello Stato sembra non mutare: la stabilità prima di tutto.
Insomma, Berlusconi vede davanti a sé almeno un anno per sciogliere tutti i nodi che ingarbugliano ancora il centrodestra. Un anno, pure, per rilanciare la sua Forza Italia che «voglio rinnovare al 90 per cento». Una promessa fatta sabato proprio davanti ai giovani azzurri accorsi in massa in corso Como alla kermesse organizzata dalla responsabile giovani del partito, Annagrazia Calabria: «Siete voi i nostri protagonisti del futuro, i nostri nuovi volti che andranno in tv a difendere le nostre idee - s'era rivolto così ai giovani azzurri - Voglio un grande rinnovamento per il partito. E c'è già in corso una selezione dei giovani con noi da anni e che hanno le caratteristiche necessarie per andare a coprire incarichi di alta responsabilità».
Alcune personalità sono state già individuate; altre arriveranno nei prossimi mesi.
Materia delicata, questa, perché tutti gli attuali parlamentari vorrebbero avere la rassicurazione della propria candidatura al prossimo giro. Non solo: i nuovi rientri previsti sia alla Camera sia al Senato, se da una parte rinforzano il partito, dall'altra creano non poche tensioni.
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