Caro Direttore,
venerdì scorso sono intervenuto ad una bellissima manifestazione organizzata da Forza Italia a Milano, che segna di fatto l'apertura della campagna elettorale degli azzurri in vista delle elezioni comunali di ottobre. In quell'occasione ho spiegato che è fondamentale non solo per vincere a Milano, ma anche in prospettiva verso il 2023 rilanciare e rafforzare Forza Italia, che oggi è in crescita, ma è ancora lontana dai livelli di consenso che ci attendiamo. Ci dedicheremo a questo anch' io me ne occuperò personalmente con ogni energia.
Nella stessa occasione, ho riproposto il tema del Partito Unico del centrodestra, il centrodestra italiano, sul modello del Partito Repubblicano Usa, che è la prospettiva politica che ho nel cuore dal 1994 e che è nel cuore di molti dei nostri elettori. Credo che abbiamo una finestra di opportunità irripetibile per realizzarla da qui al 2023, quando presumibilmente l'emergenza sarà finita e gli italiani potranno tornare a scegliere da chi essere governati. Qualcuno mi ha chiesto se le due cose non sono in contraddizione: la domanda è legittima, mi rendo conto anch' io che rilanciare Forza Italia e parlare di un partito unico possano sembrare due opzioni diverse, se non addirittura contraddittorie.
Vorrei spiegare perché non è così. Perché le nostre riflessioni sul Centro-destra Unito non significano affatto un «rompete le righe» per gli azzurri di Forza Italia, ma anzi portano all'esatto contrario, ad un impegno ancora più forte per rilanciare e fare crescere il nostro movimento. C'è una prima ragione, a ben vedere scontata: i modi, le forme e i tempi in cui questo processo si compirà non dipendono naturalmente solo da noi. Sono convinto che quella del Partito Unico sia la strada e che ci arriveremo, ma io stesso non ho mai pensato a una «fusione fredda» fra apparati di partiti. Si tratta piuttosto di mettere in moto un grande processo politico di riflessione, di studio, di discussione, di elaborazione di contenuti ed anche di regole. Tutto questo non si improvvisa e naturalmente dipende dal grado di disponibilità dei partner leader politici e non solo - che vorremmo in questo progetto. Nel frattempo, la quotidianità della politica va avanti e noi stiamo svolgendo una funzione essenziale a sostegno del Governo Draghi.
È un governo voluto da noi per primi, che ha un compito essenziale da svolgere: quello di far uscire il Paese dall'emergenza sanitaria e da quella economica. Il Governo sta lavorando molto bene, sta dando attuazione a molte delle nostre indicazioni (penso per esempio al piano vaccinale), ma rimangono tante cose da fare. Mentre altri partiti ripropongono temi divisivi e laceranti come la legge Zan (che non aumenta le tutele per i più deboli e così com' è mette in pericolo la libertà di opinione), noi ci occupiamo della riforma del fisco abbiamo elaborato per questo un importante piano di tagli alle aliquote , della burocrazia, della giustizia. Tutte materie nelle quali il ruolo di Forza Italia, dei nostri ministri e dei nostri parlamentari è fondamentale. Così come è fondamentale il lavoro di elaborazione e di mobilitazione che, sotto la guida di Antonio Tajani, Forza Italia sta svolgendo. Tutto questo naturalmente deve continuare e rafforzarsi.
Questo per l'oggi. Per il futuro questa è la seconda e più importante considerazione non dobbiamo mai dimenticare che Forza Italia è l'unica forza politica da sempre liberale, cristiana, europeista, garantista. È l'unica espressione in Italia del Partito Popolare europeo, la grande famiglia dei cattolici liberali, che nelle ultime settimane ha dimostrato in tutt' Europa, in Spagna, in Germania, in Francia, di essere di nuovo in crescita e di stare recuperando i suoi elettori tradizionali.
Non soltanto l'Italia non può fare a meno di una componente liberale europeista di questo tipo, ma un centro-destra unito e di governo dovrà avere proprio questa caratterizzazione, un forte legame con i Popolari Europei, per essere credibile e autorevole sul piano internazionale. Questo legame inscindibile possiamo garantirlo soltanto noi.
Dunque per gli azzurri questo è il momento dell'orgoglio e insieme dell'umiltà. Orgoglio non solo della nostra storia, ma del ruolo che giochiamo e che continueremo a giocare. Umiltà di metterci in discussione in nome di un progetto più grande che porti a compimento il nostro percorso politico. Un processo alla fine del quale dovremo arrivare con una Forza Italia in salute, organizzata, forte nei numeri, nelle persone, nelle idee.
Il centro-destra unito sarà un partito plurale, come lo sono i grandi partiti nei sistemi bipolari. In questo ambito, né Forza Italia, né gli altri partiti che decideranno di farne parte perderanno o vedranno annacquata la propria identità. Al suo interno le idee, gli uomini, le strutture che hanno fatto la storia delle diverse forze politiche avranno anzi un ruolo più forte, più incisivo, più efficace.
Le nostre nel centrodestra sono storie diverse, che esprimono identità diverse e collocazioni diverse. Ne sono consapevole e credo che questa sia una ricchezza. Non si tratta di trovare dei compromessi, ma di sapere fare una sintesi che vada al di là, senza mettere in ombra le differenze e salvaguardando i ruoli di ciascuno.
Un compito difficile? Forse, ma l'unico modo per evitare gli errori che hanno fatto fallire altri progetti simili a questo.
Ho definito questa mia idea - citando Erasmo da Rotterdam il compimento della «lucida visionaria follia» in nome della quale sono sceso in campo in politica.
Forza Italia ne è stata e ne è lo strumento. Uno strumento che sarà ancora più necessario negli anni a venire. Perché ogni voto in più a Forza Italia è un passo avanti verso il centro-destra unito e vincente.Io ci credo, e chi ci crede davvero prima o poi vince.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.