Berlusconi pensa alle urne: "Ecco chi voglio candidare"

Il Cavaliere lavora al programma e alla squadra E striglia i suoi: «Chi non paga le quote è fuori da Fi»

Berlusconi pensa alle urne: "Ecco chi voglio candidare"

Berlusconi serra i ranghi, si sente già in campagna elettorale, lavora al programma e striglia i suoi: «Pagate le quote dovute al partito o siete fuori. Le liste le farò io di persona».

Tornato a Milano in treno, il Cavaliere chiude la trasferta romana particolarmente intensa e proficua. Sente Verdini per esprimergli solidarietà per la condanna, detta la linea, prefigura il programma, dispensa consigli ma soprattutto mostra il pugno duro nei confronti dei morosi. In troppi, ancora, non si sono messi in regola con il pagamento della quota mensile di 800 euro. Fa la voce grossa, l'ex premier, anche se tutti lo descrivono «in palla, lucidissimo, di ottimo umore e soprattutto lanciatissimo». Pensa già alla prossima campagna elettorale, Berlusconi. Anche se, questa la sua valutazione, «non si andrà presto a votare. Il capo dello Stato tiene molto alla stabilità e prima si deve scrivere tutti insieme una legge elettorale uniforme tra Camera e Senato». Il Cavaliere sa che molti nel Pd scalpitano per andare a votare in autunno ma, questo è il suo ragionamento, «vorrebbe dire fare campagna elettorale ad agosto. Improbabile. A questo punto meglio votare a febbraio dell'anno prossimo».

Berlusconi, poi, sarebbe disposto a sedersi a un tavolo con il Pd per parlare di legge elettorale ma vuole aspettare l'esito del congresso e vedere chi la spunta al Nazareno. È di buon umore, l'ex premier, anche perché il caos del Pd sta pesando sul consenso, come dimostrano i suoi immancabili sondaggi. «Il Pd cala e noi saliamo assieme alla Lega; anzi, abbiamo già superato il Carroccio». Ecco perché, con la testa, il Cavaliere è già in campagna elettorale. Parla del programma, del suo «Albero delle libertà», aggiornamento sociale dello storico programma liberale di Forza Italia. E ai suoi raccomanda: «Parlate alla gente dei problemi veri; non di alchimie politiche e di argomenti che non interessano come la legge elettorale e le primarie. Tenetevi pronti».

Non è ancora una chiamata alle armi ma poco ci manca. Spalleggiato dal senatore tesoriere Alfredo Messina e da Sestino Giacomoni, tira le orecchie ai parlamentari morosi, ancora non in regola con il pagamento mensile della quota di 800 euro. «Per legge io non posso più intervenire come ho sempre fatto. L'ultima volta ho sborsato 135 milioni di euro per coprire i debiti. È l'ultima chiamata: mettetevi in regola altrimenti sarete fuori dal partito. In fondo il contributo che vi chiedo non è alto e ci sono parlamentari amici e facoltosi come Bernabò Bocca (proprietario di una catena alberghiera ndr.) e Antonio Angelucci (re delle cliniche ed editore ndr.) che ancora non si sono messi in regola. E le prossime liste elettorali le farò io di persona».

E sul tema la strategia è messa nero su bianco: un terzo saranno scelti tra

parlamentari, amministratori locali, giovani e seniores; un terzo tra professionisti, manager, imprenditori e docenti universitari e un terzo tra rappresentanti di categoria (Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura).

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