Nessun salvagente a Renzi ma neppure nessun caos se vince il No. Berlusconi, giovedì pomeriggio, ha illustrato al capo dello Stato la posizione di Forza Italia: non ci sarà alcun ripensamento sul niet alle riforme costituzionali perché sono dannose al Paese. Tuttavia l'opposizione azzurra è ben diversa da quella verde di Salvini e da quella gialla di Grillo. Forza Italia è sempre stata e sarà forza responsabile, a differenza della sinistra che ha sempre giocato al «tanto peggio tanto meglio». Tradotto: se Renzi dovesse perdere, lui che ha personalizzato così tanto il referendum da renderlo un plebiscito su di sé, dovrebbe trarne le conseguenze e aprire la crisi. Un minuto dopo, tuttavia, Berlusconi è pronto a sedersi a un tavolo e trattare su tutte le questioni aperte: legge elettorale, legge di stabilità, nuove riforme. Insomma, sarà proprio Berlusconi a garantire la stabilità per il bene del Paese ed evitare ciò che tanti temono: la ripresa di una speculazione finanziaria che rischia di essere letale. Ovviamente questo atteggiamento non piace agli alleati storici di Lega e Fratelli d'Italia, più propensi al voto subito e soprattutto allergici alle larghe intese. Per ora Salvini tace ma è chiaro che al capo del Carroccio non piace il Berlusconi responsabile perché così facendo spinge inevitabilmente la Lega alle estreme rendendola marginale. Non piace al capo del Carroccio, ma non a tutto il Carroccio: infatti il senatore Calderoli apre a un esecutivo istituzionale: «Renzi si dimetta spontaneamente e abbandoni definitivamente la politica - è il suo consiglio -. Dopo di che un governo istituzionale retto dal presidente del Senato Grasso di soli due mesi per approvare la legge di stabilità, e non andare a esercizio provvisorio, e poi il ritorno al voto dell'anno prossimo, entro febbraio».
La legge di bilancio è la vera preoccupazione del presidente della Repubblica: è un cerino acceso accanto a una tanica di benzina. Verrà approvata in prima lettura alla Camera prima del referendum ma poi dovrà passare al Senato. E arriverà a palazzo Madama dopo che gli italiani si saranno espressi sulle riforme renziane. In caso di vittoria del No e se Renzi mantenesse la parola, la legge di stabilità potrebbe arrivare in Senato in piena crisi politica. Come si comporterebbero i mercati? Questo il vero cruccio del Quirinale e uno dei temi caldi trattati faccia a faccia tra il presidente della Repubblica e l'ex premier. In un certo senso Berlusconi ha rassicurato il capo dello Stato: non sarà certo lui ad appiccare l'incendio per motivi elettorali, anzi. Se sarà il caso il Cavaliere è pronto a indossare l'elmetto da pompiere. Per il bene del Paese.
Per ora, se si esclude la dichiarazione del capogruppo della Lega in Senato, Gian Marco Centinaio, dal Carroccio c'è il silenzio. Centinaio la vede così: «Berlusconi sta cercando di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. L'incontro tra Mattarella e Berlusconi mi dà l'idea che il presidente di Forza Italia stia per iniziare a mettere le mani avanti, visto che si è schierato per il No ma, nello stesso tempo, vuol far capire a Mattarella che è disponibile ad appoggiare un eventuale Renzi bis». In ogni caso i rapporti tra Forza Italia e Lega, alla luce di questa lettura, potrebbero tornare aspri.
Anche se, va detto, i berlusconiani confermano che il Cavaliere non ha alcuna intenzione
di dare una mano a Renzi di cui non si fida più. L'ex premier è rimasto troppo scottato dai metodi usati dall'ex sindaco di Firenze, ai tempi del Nazareno. A questo punto è il Cavaliere a dire a Renzi: «Non stare sereno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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