Berlusconi rivede la Merkel: io argine all'eurodisfattismo

Il messaggio del Cavaliere ai leader riuniti per il summit del Ppe. Faccia a faccia con la cancelliera tedesca e Rajoy

Berlusconi rivede la Merkel: io argine all'eurodisfattismo

«Io, argine all'antieuropeismo». Sarà questo il senso del messaggio che Berlusconi vorrà dare al vertice di Malta, in occasione del congresso del Ppe. Il Cavaliere sarà presente soltanto domani e non farà alcun intervento dal palco. I discorsi ufficiali li farà solo quando la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo avrà riparato all'ingiustizia subita. Tuttavia Berlusconi è ancora molto ascoltato e apprezzato dai colleghi conservatori e moderati d'Europa. Atterrerà a Malta domani mattina, l'ex premier, e parteciperà a un pranzo con gli altri capi di Stato e di governo appartenenti al Ppe, famiglia di cui Forza Italia fa parte. Non solo. Lo staff di Berlusconi sta lavorando per programmare alcuni «bilaterali»: dei faccia a faccia nei quali i leader si possono confrontare in via riservata. Naturalmente gli incontri più importanti saranno con la cancelliera tedesca Angela Merkel e con il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.

Paradossi della storia: Merkel fu considerata una delle artefici della caduta di Berlusconi nel 2011 quando fece pressioni, assieme all'ex presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, affinché l'Italia accettasse un prestito dal Fondo monetario internazionale. Il Cavaliere rifiutò, tenne duro, poi arrivarono le risatine e la caduta dell'ultimo governo eletto dagli italiani.

Oggi, a distanza di sei anni, Berlusconi non solo è ancora in campo ma è visto con tutti altri occhi dai partner europei. Il vento antieuropeista spira forte nel Vecchio Continente e proprio il presidente del Ppe, l'amico Joseph Daul, ha più volte confidato al Cavaliere di temerne la crescita. Daul ma anche tutti gli altri leader, Merkel e Rajoy inclusi. In fondo la destra cresce un po' dappertutto: c'è Marine Le Pen in Francia, Frauke Petry in Germania, Geert Wilders in Olanda, Matteo Salvini in Italia. Tutti più o meno persuasi che l'Europa vada smantellata; tutti più o meno speranzosi di un effetto domino della Brexit. Ebbene, proprio Berlusconi, oggi, costituisce un argine all'eurodisfattismo. E il paradosso è che proprio la Merkel e gli altri leader avranno bisogno di un Berlusconi più forte in Italia.

Questo, però, non impedirà all'ex premier italiano di mettere il dito nella piaga di ciò che non funziona in Europa. Ribadirà, anche nei suoi faccia a faccia, il suo pensiero peraltro già noto: «Per non alimentare l'eurodisfattismo è necessario cambiare radicalmente l'Europa, oggi soffocata da burocrazia ed egoismi nazionali». Altro tema caldo: «Se l'Europa non vuole implodere deve abbandonare la politica dell'austerità e dei vincoli che continuano a creare povertà e ad alimentare l'antipolitica».

Naturalmente Berlusconi è il campione del «doppio binario»: è capace di farsi concavo e convesso a seconda delle circostanze e degli interlocutori. In ogni caso è convinto che le sue posizioni sul tema non avranno ripercussioni sulla tenuta della coalizione di centrodestra. La Lega resta e resterà un alleato prezioso, nonostante le ambizioni leaderistiche del suo capo Salvini. Un Salvini con cui Berlusconi vuole riallacciare i rapporti personali e umani. Già, tra i due, ci sono state di recente telefonate cordiali. Un vero e proprio faccia a faccia ancora no.

Ma è presumibile pensare che l'incontro slitti a fine aprile. Determinante sarà vedere come andranno le elezioni in Francia e capire il peso che avrà Marine Le Pen, che i sondaggi danno in testa a testa, al primo turno, con Emmanuel Macron.

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