Berlusconi scende in campo senza aspettare Strasburgo

Il Cavaliere deciso a guidare la campagna elettorale La sentenza sulla Severino non fermerà la corsa

Berlusconi scende in campo senza aspettare Strasburgo

Da Arcore si attende un segnale positivo da Strasburgo dove gli eurogiudici prima o poi dovrebbero esprimersi sul caso. Ma, a prescindere dalla sentenza ingolfata da tempo immemore, l'ex premier sarebbe intenzionato a buttarsi nella prossima campagna elettorale per le Politiche anche se non fosse candidabile. «Sono pronto a correre e a guidare Forza Italia anche se non potrò entrare in Parlamento», avrebbe confidato ai suoi. La data delle elezioni ancora non c'è ma il Cavaliere ci sarà.

Intanto Berlusconi applaude. L'apertura al premio di coalizione anziché alla lista da parte di due esponenti di peso del Pd come Dario Franceschini e Graziano Delrio piace. Naturalmente la sortita dei piddini non è stata un fulmine al ciel sereno ma il frutto di contatti sotterranei tra diplomatici azzurri e del Pd.

L'accordo non è ancora stato siglato ma l'ipotesi di un premio alla coalizione sia per la Camera sia per il Senato dimostra come il partito di Renzi ritenga ben più affidabili i berlusconiani rispetto ai grillini. E Berlusconi apprezza. Il che non vuol dire che siamo agli albori di un nuovo patto del Nazareno. I due, Renzi e Berlusconi, non si sono sentiti ed è come se il Cavaliere non ritenesse più Renzi un interlocutore fondamentale. Ma altri membri del Pd sì. In ogni caso, se non personalmente, l'ex premier acconsente che i suoi salutino l'apertura dei ministri con estremo favore.

Lo fa Mariastella Gelmini: «Finalmente il buon senso sembra prevalere e sulla legge che ci porterà alle urne inizia a prendere forma una logica condivisibile». Lo ribadisce Nunzia De Girolamo: «Giudichiamo positivamente l'apertura del Partito democratico in merito all'introduzione del premio di maggioranza alla coalizione». Più guardingo il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta: «Ho molto apprezzato - dice - l'apertura del ministro Franceschini riguardo il premio di maggioranza da attribuire alla coalizione, anche se questo non è l'unico punto che interessa a Forza Italia. In ogni caso aspettiamo le motivazioni della Consulta e lasciamo che la commissione Affari costituzionali lavori con serenità alla nuova legge». Insomma, non c'è fretta di andare alle urne.

Chi rosica è Matteo Salvini che avrebbe preferito il Mattarellum, ossia il maggioritario, e per il quale avrebbe offerto addirittura i propri voti. Ma è proprio l'effetto che il premio alla coalizione avrebbe sulla futura alleanza di centrodestra quello che piace a Berlusconi.

In questo modo il Cavaliere potrebbe mantenere la propria autonomia e non sarebbe costretto a fare un listone con i leghisti, ora più che mai lontani da Forza Italia. L'ex premier vuole ancora giocare in proprio ed è certo che alla fine andrà così: da soli sebbene alleati a Salvini e Meloni.

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