Il fine: un piano anti-povertà per rilanciare Forza Italia e tornare a vincere perché «la mia presenza in campo vale il 10%». Il metodo: non correre perché il Pd sta implodendo e se davvero sarà scissione si voterà nel 2018 con un sistema proporzionale.
Tutto sembra andare nel verso giusto per l'ex premier, dato per morto un'infinità di volte ma mai come adesso centrale nel panorama politico. Seppur lontano dai riflettori, Berlusconi lavora sodo al programma e al partito. In questi giorni ad Arcore riceve industriali, piccoli imprenditori, eccellenza della società civili capaci di dare un contributo a Forza Italia che sta scrivendo un nuovo programma liberale e liberista. A differenza di quanto si potrebbe pensare, gli imprenditori non chiedono tanto aiuti alle proprie aziende ma provvedimenti che sostengano la domanda. Un piano anti-povertà perché, come dice Berlusconi, «vanno aiutati 4 milioni e mezzo di italiani che non ce la fanno ma anche le tante famiglie che stanno scivolando verso condizioni di indigenza». Allo studio c'è una sorta di reddito di cittadinanza anche se, dice Berlusconi, «non dobbiamo chiamarlo così e va studiato bene affinché non sia una misura soltanto assistenziale». È un Cavaliere attento al sociale ma soprattutto concentrato al programma più che al chiacchiericcio tra partiti. Pare che si sia sfogato così: «Sono stufo di leggere il bla bla del Palazzo sia tra avversari sia tra alleati. Ma lo si vuole capire o no che la gente sta male e il botta e risposta di questi mesi tra i partiti allontanano ancor di più la gente dalla politica?».
Come sempre il leader di Forza Italia ostenta ottimismo; anche perché gli immancabili sondaggi della fidata Alessandra Ghisleri sorridono al centrodestra. Non soltanto già oggi la coalizione se la giocherebbe contro il Pd; ma una sua eventuale ricandidatura varrebbe 10 punti in più per Forza Italia e il centrodestra.
Seppur non interessato alle beghe che stanno lacerando il Pd, Berlusconi intende approfittare del caos che regna al Nazareno. Anche se non crede che alla fine si consumerà la scissione con la minoranza dem, il Cavaliere è consapevole che se sarà rottura tutto andrà secondo i suoi piani. Difficilmente, cioè, si troverà un accordo sulla legge elettorale maggioritaria. Molto più probabile un proporzionale puro, come auspica il Cavaliere, con un eventuale premio di maggioranza alla coalizione. L'ideale per Forza Italia che, per le amministrative, ha messo da parte gli screzi con il Carroccio e siglato accordi in tutto il Centronord. Il patto con Lega e Fratelli d'Italia è stato confermato in tutti i principali comuni che andranno al voto in Lombardia, Emilia, Piemonte, Liguria e Toscana.
Ecco che quindi la strategia di Forza Italia vuole essere speculare a quanto sta accadendo a sinistra: unire, smussare gli angoli, ricompattare tutto l'universo del centrodestra. A questo fine ecco arrivare un «benvenuto» da parte di Berlusconi al Polo Sovranista di Storace e Alemanno.
Tanto che Brunetta sintetizza così: «Mai più divisi: nessuna Opa ostile da parte di nessuno, nessun veto da parte di nessuno. La leadership? La sceglieranno gli elettori e nessun altro». Gli fa eco Paolo Romani: «Dobbiamo comporre con Salvini un programma comune di centrodestra, chiaro e semplice». Tempo ce n'è.
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