Berlusconi sente Draghi. "Garantisco stabilità". Meloni: basta fiducie

Il Cav minimizza gli ultimi incidenti in Aula: "Normale dialettica". I nuovi scogli dell'ex Bce

Berlusconi sente Draghi. "Garantisco stabilità". Meloni: basta fiducie

Un percorso alquanto accidentato aspetta il governo nei prossimi mesi. Avere una «squadra bellissima» e «ottimi ministri» non mette Draghi al riparo dai rischi di imprese tutt'altro che agevoli. Già nella conferenza stampa di venerdì scorso Draghi sgranava un rosario gravoso: delega fiscale, ddl Concorrenza e riforma del Codice degli appalti. Provvedimenti, questi, di primaria importanza per l'attuazione del Recovery plan. In ballo ci sono i 191 miliardi di euro messi sul tavolo dall'Europa per ripartire dopo la pandemia, di cui 69 a fondo perduto.

Da qui alla fine dell'anno sono oltre cento gli obiettivi (per oltre 45 miliardi) che l'Italia deve centrare per ottenere i fondi del Next generation Ue stanziati da Bruxelles e fanno capire quanto saranno difficili i prossimi mesi per governo e Parlamento, per il premier e per la maggioranza.

Saranno sicuramente pochi i testi che arriveranno in aula senza il condizionamento del voto di fiducia (quelli che il segretario dem definisce «temi non negoziabili»). «Un clamoroso segno di debolezza del premier Draghi e della sua maggioranza» tuona la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. «Pur contando sul 95% delle forze in Parlamento - commenta amara -questa maggioranza è dilaniata e non riesce ad andare d'accordo su nulla. Non solo: è l'ennesima umiliazione del ruolo delle Camere Alla faccia del richiamo del presidente Mattarella sulla centralità del Parlamento».

Proprio sul lavoro futuro di questa maggioranza hanno parlato ieri al telefono il premier insieme con il presidente di Forza Italia. Quest'ultimo ha ribadito la piena fiducia nel lavoro del presidente del Consiglio. «Siamo stati i primi a volere questo governo di emergenza in un momento drammatico per l'Italia e i fatti ci hanno dato ragione - recita una nota dello stesso Berlusconi diffusa dopo la telefonata -. Ho confermato al presidente Draghi che l'apporto di Forza Italia all'azione di governo è stato e sarà sempre costruttivo, caratterizzante e leale, nella convinzione che il Paese abbia bisogno di stabilità e di continuità. In un momento di grave tensione nel mondo, è in gioco anche la credibilità internazionale del nostro Paese. Si tratta del capitale di fiducia che l'Europa ha investito su di noi, anche su mia personale sollecitazione ai principali leader europei, quando venne varato il Recovery Fund». Berlusconi minimizza gli «incidenti parlamentari», etichettandoli come «normale dialettica all'interno di una maggioranza obiettivamente composita». Stessa iniezione di fiducia arriva da Enrico Letta e Matteo Salvini (che a inizio settimana dovrebbe incontrare il premier), minimizzando anche loro i recenti «infortuni parlamentari»(soprattutto sugli emendamenti al Milleproroghe).

La road map di Draghi si completa poi con altri due nodi cruciali. La crisi tra Ucraina e Russia (è probabile per la fine della settimana un viaggio lampo del premier a Mosca su invito di Putin) e la ratifica da parte dell'Italia del Mes (il Meccanismo europeo di stabilità).

Quasi tutti i Paesi europei l'hanno già votato. All'appello mancano soltanto la Germania e l'Italia. Capitolo cruciale, quest'ultimo, in vista del Consiglio europeo di fine mese che ha all'ordine del giorno la riforma del Patto di stabilità e crescita.

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