Il Pd crolla nei sondaggi e Berlusconi prepara la rivincita. Salvini intanto abbassa i toni e le diplomazie lavorano per ricucire il centrodestra. Il leader della Lega, consapevole che il Pd è in caduta libera, abbassa i toni dello scontro con gli azzurri: festeggia l'accordo con Forza Italia per le Amministrative e per le Politiche comincia ad essere possibilista: «Un conto è il locale e un conto è il nazionale, ma conto che Berlusconi arrivi sulle nostre posizioni». E ancora: «Il problema è mandare a casa Renzi, Gentiloni, D'Alema Emiliano e Rossi. Quelli sono i miei avversari; con gli altri, alleati o potenziali alleati, si ragionerà». Quindi scherza: «Nessuna alleanza con Berlusconi se vendono Donnarumma». Una sterzata rispetto alle bordate delle ultime settimane.
Nonostante il Cavaliere abbia annullato tutti gli impegni romani, lavora incessantemente nel suo quartier generale di Arcore. Incontra esponenti della società civile e giovani imprenditori capaci di dare idee al partito. L'obiettivo è creare attorno a sé un pensatoio in grado di lavorare in sinergia col partito. Ad Arcore pare sia un via vai di professori universitari, uomini d'azienda, professionisti ed economisti che danno spunti al nuovo programma di Forza Italia. «L'albero delle libertà» prende forma con un'attenzione particolare al sociale e ma anche ai conti sballati lasciati in eredità dai governi di sinistra.
Berlusconi vede la rivincita dietro l'angolo anche perché gli immancabili sondaggi parlano di un vero e proprio tracollo del Pd. Scissione o meno, il partito di Renzi potrebbe perdere almeno 6 punti percentuali. Il che, ad oggi, vorrebbe dire spianare la strada a Grillo, vero incubo per il Paese. Ecco perché il Cavaliere chiede a tutti responsabilità e invia i propri diplomatici a destra e a manca. Con la consapevolezza di essere tornato centrale più che mai nel panorama politico, l'ex premier vuol parlare con tutti. Toti ma anche Romani, Brunetta e soprattutto Licia Ronzulli, tengono i rapporti con la Lega e Fratelli d'Italia. Intanto è tornato a telefonare ad Arcore pure Alfano, in tilt dopo la caduta di Renzi. Il Cavaliere ascolta tutti, s'informa, valuta tutti i possibili sviluppi di una eventuale spaccatura a sinistra.
A tenere i canali aperti con il Pd è Gianni Letta, il Richelieu azzurro che poi riferisce al capo. Quello che pare improbabile è un soccorso a Gentiloni qualora la crisi del Pd dovesse travolgerlo; anche se il leader di Forza Italia non vuole il voto anticipato, preferendo arrivare a fine legislatura.
Il motivo è l'attesa, snervante, della sentenza della corte di Strasburgo. Sui tempi ci sono soltanto rumors: c'è chi dice prima dell'estate e chi paventa l'autunno.
E poi dovrebbe riesprimersi il governo e ancora gli eurogiudici. Insomma, un calvario. Sui tempi, però, Berlusconi ha due alleati: il capo dello Stato, che non vorrebbe sciogliere le Camere; e il Parlamento, che difficilmente troverà un accordo a breve sulla legge elettorale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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