Berlusconi, un voto per Kiev. Tajani: "L'Europa è compatta"

Il Cavaliere partecipa da remoto alla sessione europea. Meloni: grottesche due emergenze, via quella sul Covid

Berlusconi, un voto per Kiev. Tajani: "L'Europa è compatta"

È il giorno delle comunicazioni di Mario Draghi all'aula del Senato sull'invasione della Russia e del sostegno quasi unanime del Parlamento al presidente del Consiglio. Ma anche quello in cui il Parlamento europeo, in una plenaria straordinaria, approva a larghissima maggioranza - con il voto di Silvio Berlusconi - la risoluzione di condanna all'aggressione russa e di vicinanza all'Ucraina che contiene anche l'impegno a concedere al paese lo status di paese candidato all'adesione all'Ue e a comminare sanzioni ancora più dure contro Mosca. Un testo che ottiene 637 voti a favore, 26 astensioni e 13 contrari (tra cui l'ex eurodeputata della Lega, Francesca Donato).

È Antonio Tajani a far notare la compattezza dimostrata dalle forze politiche europee e a spiegare il significato di questo voto, non senza una analisi retrospettiva degli errori compiuti dall'Occidente. «È da segnalare l'unità che si è creata in Occidente, anche i paesi che avevano buone relazioni con la Russia si sono schierati con l'Ucraina. Putin pensava che ci sarebbero state crepe nello schieramento occidentale, così non è stato e questa è la nostra forza». «Credo che l'Occidente abbia perso un'occasione nei vent'anni successivi all'incontro di Pratica di Mare, lì Berlusconi che era la guida dell'Ue era riuscito a portare Putin verso l'Occidente. E bisognava proseguire in quella strada, dividere la Russia dalla Cina. Forse non si è fatto abbastanza».

La stessa compattezza il centrodestra la mostra in Senato dove Anna Maria Bernini, nella dichiarazione di voto, intravede per l'Europa l'opportunità di diventare più forte, ricordando come Berlusconi «chiese non solo una distensione con un ambito geopolitico il più ampio possibile, ma soprattutto un'Europa con una politica estera e di sicurezza comune e una propria politica energetica».

Da Forza Italia alla Lega. Matteo Salvini decide di sposare la mozione unitaria, sia pure perorando la causa della pace e il rilancio della diplomazia. Il leader del Carroccio ci tiene a ringraziare Polonia e Ungheria per lo sforzo che stanno facendo per i profughi. «L'Italia avrà le porte spalancate per quelle donne e bambini che vengono da una guerra vera, a differenza di altri tipi di persone. Le case degli italiani sono aperte». Salvini ci tiene a precisare che «la guerra è un tema così grande che non concede divisioni politiche» e che «non è tempo di polemica». Poi a Draghi che aveva detto di non essere fiducioso sul dialogo con la Russia risponde: «È sempre il tempo della diplomazia, non c'è un tempo in cui non occorra dialogare. La storia insegna che se si risponde alle bombe con le bombe non si sa dove si va a finire. Dobbiamo chiederci se quello che facciamo avvicina o allontana la pace». Poi ospite di «Oggi è un altro giorno» su Rai1 aggiunge: «La Santa Sede si sta muovendo bene, mi farebbe piacere fosse al tavolo delle trattative».

Giorgia Meloni, a sua volta, non risparmia alcune critiche alle mosse di Palazzo Chigi e allo staff di Mario Draghi, ma di fronte all'emergenza concede il suo sostegno: «L'Italia non può che camminare al fianco dei suoi alleati». La leader di Fratelli d'Italia lancia però un affondo sull'«eccesso di emergenza».

«È stato decretato uno stato di emergenza che nessuno ha discusso» dice intervenendo alla Camera. «Se avete varato un nuovo stato di emergenza, come minimo va rimosso immediatamente lo stato di emergenza relativo al Covid. È grottesca una Nazione in cui ci sono contemporaneamente due stati di emergenza».

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