Bernardo, il "mago" che ha cambiato la spesa degli italiani

Il ritratto del re dell'Esselunga

Bernardo, il "mago" che ha cambiato la spesa degli italiani

Alla vigilia del compleanno numero 91 Bernardo Caprotti stupisce ancora con la decisione di vendere una quota dell'Esselunga. L'uomo che negli Anni '50 ha importato i supermercati dagli Usa ha rotto gli indugi, vuole dare continuità all'azienda, un gioiello dell'imprenditoria nazionale. Del resto la preoccupazione di non disperdere il modello-Esselunga è ciò che l'aveva indotto a rientrare in gioco alla soglia degli 80 anni sollevando dall'attività operativa il figlio Giuseppe. E poi l'aveva convinto a pubblicare il suo fortunatissimo «Falce e carrello» quando si erano fatte insistenti le voci di mercato, e le pressioni politiche, perché l'azienda restasse «in mani italiane». Cioè «in mani coop».

Ma Caprotti è gelosissimo della sua creatura, sempre in testa alle classifiche di vendita, di prezzi, di qualità. Il Mago di Esselunga (titolo del video girato da Giuseppe Tornatore) è l'uomo che ha cambiato le abitudini degli italiani. Dal negozietto al supermercato, non all'iper. Caprotti non venderebbe mai carote assieme a copertoni per bici. Ragioni estetiche e assieme operative: il modello di business appreso dagli americani ha un limite nella superficie di vendita e nei generi in commercio. Alimentari più il necessario per la casa.

La sua stata è una vera rivoluzione. Caprotti fu un pioniere quando aprì il primo supermarket italiano, quando introdusse i codici a barre nei magazzini e alle casse, quando inventò il modo di pagare la spesa senza code, quando diffuse le tessere fedeltà. Sempre un passo avanti alla concorrenza, sempre ad aprire nuove strade. Ha trasformato anche le logiche sindacali negli Anni '70 e '80, perché ebbe il coraggio di siglare accordi innovativi che tolsero alle sigle dei lavoratori molti argomenti di rivendicazione.

La forza di Esselunga ha un nome: qualità. Gli scaffali vengono riforniti di continuo grazie a un'organizzazione interna basata su propri centri distributivi dislocati in aree strategiche del Paese. Gli edifici sono disegnati da grandi architetti come - tra gli altri - Mario Botta, Norman Foster, Renzo Piano, Giò Ponti. I negozi vengono aperti senza godere delle corsie preferenziali che nelle regioni rosse hanno creato una situazione molto vicina al monopolio targato coop.

Ecco, le coop. Ci sono zone d'Italia in cui per decenni è stato impedito a Caprotti di insediarsi: in Liguria il primo supermercato Esselunga non ha nemmeno 10 anni. Il negozio più vecchio, quello di viale Regina Giovanna a Milano (poi ceduto), fu inaugurato nel 1957: l'anno prossimo faranno 60 anni. Bernardo Caprotti ne aveva 32 ed era stato folgorato dal nuovo modo di fare la spesa scoperto durante una permanenza negli Stati Uniti, dove il padre, proprietario di una filatura in Brianza, l'aveva mandato a imparare i segreti del cotone.

Un innovatore coraggioso.

L'ardore gli è rimasto nonostante l'età, le fatiche e gli acciacchi: sarebbe più comodo ammainare bandiera, ammorbidire gli spigoli, cedere alle sirene di chi ripete (non disinteressatamente) «Esselunga deve restare italiana». Per Caprotti, Esselunga deve restare quello che è, un'eccellenza imprenditoriale. Chi darà le adeguate garanzie ne avrà le redini.

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