Il caso del 26enne somalo, che a Rimini sotto l'effetto della cocaina ha accoltellato un bambino di sei anni, ha riacceso il dibattito sul tema immigrazione e sull'operato del ministro Luciana Lamorgese. Per la rubrica Il bianco e il nero ne abbiamo parlato con il deputato leghista Igor Iezzi e con il piddino Matteo Orfini.
Cosa pensa del 26enne somalo, a cui all'estero era stato negato lo status di rifugiato per l'indole violenta e che, a Rimini, ha accoltellato un bambino di sei anni?
Iezzi: “Noi oramai siamo il Paese di Bengodi. Chiunque può entrare e girare liberamente e commettere atti di criminalità efferata. Purtroppo questo succede quando in un Paese manca il ministro dell'Interno. Noi siamo privi di un ministro dell'Interno e, di conseguenza, nonostante gli sforzi delle forze di polizia, nessuno controlla più questo tipo di fenomeni”.
Orfini: “Chiaramente è un fatto molto grave e la giustizia deve fare il suo corso e che, com'è naturale, i delinquenti devono essere perseguiti”.
Come si tengono insieme integrazione e sicurezza?
Iezzi: “Si tengono insieme dividendo gli immigrati che vogliono entrare nel nostro Paese, lavorare, integrarsi e, quindi, condividere un pezzo della propria vita con la nostra comunità da chi viene qui per fare altro. Si devono, inoltre, tenere ben lontane le mani della criminalità organizzata e di chi lucra da questa povera gente. Come abbiamo sempre sostenuto, la sinistra allarga le maglie dell'immigrazione perché ci sono associazioni che guadagnano miliardi di euro sull'accoglienza. Prima di Salvini il bussiness dell'accoglienza valeva 5 miliardi. Soldi che finivano in mano a queste associazioni che, poi, in campagna elettorale, restituiscono il favore al Pd che usa il termine 'diritti' solo per nascondere il mondo delle associazioni che lucra sull'accoglienza. Se noi diamo accoglienza a tutti, immigrati regolari e irregolari, poi la qualità della stessa sarà minore”.
Orfini: “L'integrazione produce sicurezza. Il problema si crea quando c'è l'accoglienza, ma manca l'integrazione, un settore nel quale questo Paese avrebbe bisogno di investire di più. E, invece, da tanto, troppo tempo, questo non si fa. Noi abbiamo un sistema che spesso si ferma solo all'accoglienza. Quando, però, si propone di intervistare sull'integrazione c'è sempre qualcuno che è contrario. Ad esempio, il sistema degli Sprar funzionava, ma di fatto è stato smontato dai Decreti Sicurezza di Salvini, ora solo parzialmente recuperato dopo le correzioni che noi abbiamo apportato. C'erano dei modelli di integrazione che favorivano la sicurezza e la destra li ha smantellati”.
Il ministro Lamorgese dovrebbe dimettersi?
Iezzi: “Ogni tanto mi chiedo se la Lamorgese è mai entrata in carica. Le dimissioni, quindi, sarebbero già un passo in avanti. Scherzi a parte, la Lamorgese deve cambiare rotta oppure, se non in grado di ricoprire quel ruolo, deve dimettersi. Ormai gli errori sono tanti: dalla gestione dell'immigrazione - gli ingressi clandestini sono aumentati di 8 volte dalla gestione Salvini – al rave-party di Viterbo ad altri casi di criminalità diffusa. Su un fronte delicatissimo come quello della sicurezza si vede l'assenza di una guida forte".
Orfini: “Onestamente non penso che si dovrebbe dimettere. Io ho criticato molte volte il ministro per ragioni opposte a quelle della Lega o di Salvini. Il ministro Lamorgese ha il difetto di essere troppo timida nella discontinuità rispetto a Salvini. Dopo di che segnalo che, in quel ministero, uno dei ruoli più importanti ce l'ha un parlamentare leghista come Molteni e, quindi, la Lega è parte fondamentale nella gestione del ministero dell'Interno. Se è così scontenta dell'operato del ministro, può ritirare la sua delegazione in quel dicastero”.
Alla luce di questo drammatico episodio di violenza, crede che sia stato un errore cambiare i decreti Sicurezza?
Iezzi: “Questa è in buona parte la causa di quel che sta succedendo. Poi, al di là dei cambiamenti fatti, è stato lanciato un messaggio devastante. Con Salvini ministro dell'Interno si era lanciato un messaggio chiaro, ossia che nel nostro Paese non era più consentito sbarcare liberamente a tutti coloro che non erano in regola. Ora, invece, il messaggio è totalmente all'opposto e così si fa capire alle Ong e ai trafficanti che sbarcare in Italia è più conveniente che sbarcare altrove. Nel momento in cui hanno cambiato i decreti Salvini, sono ripresi gli sbarchi, il traffico di esseri umani, i morti nel mare e gli affari della criminalità”.
Orfini: “Ma no, noi siamo di fronte a un fatto di grave crimine, ma le norme non si valutano in base a un fatto di cronaca nera. Non sono le norme che producono il crimine”.
Salvini continua a criticare l'operato della Lamorgese. Come si tiene insieme la presenza della Lega al governo con le politiche portate avanti dalla Lamorgese in materia di immigrazione?
Iezzi: “Noi insistiamo perché vi sia un cambio di passo. Ci sono due tipi di problemi: uno politico e uno di efficienza. Lei ha sempre detto di essere un ministro tecnico, ma a volte ci viene legittimamente il dubbio che porti avanti delle politiche tipiche di un governo di centrosinistra che non di un governo che ha una maggioranza diversa dal Conte-bis. Nonostante questo la Lamorgese è entrata più volte in discussioni politiche, come nel caso dello Ius Soli. La Lamorgese ha assunto una posizione che non poteva prendere perché il governo Draghi non è nato sullo Ius Soli e neppure la maggioranza che lo sostiene. Poi, oltre al problema di linea politica, come dicevo, c'è un problema di efficienza perché il ministro sta dimostrando di non essere in grado di gestire alcune questioni delicate. La questione del rave-party è emblematica. Per dieci giorni è successo di tutto: donne che partorivano, animali sgozzati, gente che moriva, spaccio di droga e lei non ha fatto nulla”.
Orfini: “Mah purtroppo non c'è grande discontinuità rispetto alla gestione dei flussi migratori utilizzata negli ultimi anni, anche prima di Salvini. Purtroppo noi siamo dentro una visione dell'esternalizzazione delle frontiere che ha caratterizzato tutti gli ultimi governi.
Salvini l'ha attuata solo con maggior brutalità, ma le linee guida di quelle politiche sono le stesse da anni e non cambiano col cambiare dei governi ed è per questo che non ho mai esitato a criticare sia la Lamorgese sia Gentiloni”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.