Il ddl Zan continua a far discutere, anche all'interno del campo della sinistra. A tal proposito, per la rubrica Il bianco e il nero abbiamo sentito le opinioni di Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista e Liberale, e della scrittrice e giornalista Marina Terragni.
Cosa pensa del ddl Zan?
Marrazzo: "La legge contro l’omotransfobia, è una legge che affronta temi urgenti e che ha recepito istanze importanti e riprende molti articoli suggeriti anche da me, elaborati sulla base dell'esperienza maturata nei molti anni passati nel mondo dell'associazionismo LGBT, è utile ma deve marciare nella giusta direzione. Infatti, presenta criticità che vanno risolte per non risultare controproducenti, come l'art.4 che consente di definire malati ed inferiori le persone LGBT e l'art.7 che di fatto blocca le attività formative contro l'omotransfobia nelle scuole. Sappiamo bene che la Lega di Salvini è contraria alla legge, ma PD, M5S, IV e LEU hanno la maggioranza in commissione ed al Senato. Quindi, chiediamo che non venga utilizzata la proposta della Lega come alibi per far passare emendamenti peggiorativi, anzi i sostenitori dichiarati migliorino la legge, come da noi indicato rendendola più simile a quella contro il razzismo, eliminando cosi articoli pericolosi".
Terragni: "Penso che il testo vada modificato. Ci sono delle cose che non vanno bene, in particolare la misoginia perché vengono coinvolte le donne che non sono una minoranza e l'identità di genere perché comporta un impatto molto pesante sulle società dove viene riconosciuta".
Perché il termine 'identità di genere' divide?
Marrazzo: "Non direi che è così. L'identità di genere non é un tema su cui ci si può dividere: ogni individuo esprime la propria soggettività identificandosi anche in un genere diverso dal sesso biologico. Secondo me ci sono alcune attiviste che hanno un atteggiamento un pò ingeneroso e con un fondo di pregiudizio nei riguardi delle persone trans. È una piccola barriera che supereranno da sole, tutto qui, non drammatizzerei un fenomeno abbastanza circoscritto".
Terragni: "Divide perché è il portone d'ingresso al cosiddetto post-umanesimo. Non viene chiarito che l'identità di genere è il concetto centrale della legge e che si impedisca ogni forma di discussione pubblica perché riguarda la sessuazione umana, cioè il fatto che nasciamo con due generi diversi. Si lascia, dunque, libero accesso a qualunque genere con semplici atti amministrativi. Mi sembra una questione che vada discussa ampiamente".
Ci possono essere dei rischi per la parità tra uomo e donna, se passa questa legge?
Marrazzo: "Quale parità'? Oggi purtroppo non c'è. La legge è fatta per difendere anche le donne vittime di discriminazione, anzi paradossalmente un uomo potrà usufruire della legge se discriminato o oggetto di violenza di genere! Ma non capita spesso".
Terragni: "Non è in questione la parità. Ci sono dei rischi perché il fatto che ognuno possa decidere liberamente decidere di essere uomo o donna tocca la radice dell'umano e non può essere approvato in fretta e furia e clandestinamente".
Si potrebbe migliorare il ddl Zan? E, se sì, come?
Marrazzo: "Certo, ci possono essere molte migliorie, ma come appena detto, bisognerebbe almeno eliminare l'art.4 perché è superfluo ed ambiguo, con ipocrite circonlocuzioni per inzuccherare la pillola. La libertà di pensiero è garantita dall'art.21 della Costituzione. Ma non è prevista la licenza di offendere. Considerare inferiore un popolo rispetto ad un altro è razzismo, considerare le donne inferiori rispetto agli uomini è maschilismo, ma disprezzare gli LGBT, che è omo-bi-transfobia, secondo l'art.4 si puo', basta non provocare reazioni concrete di odio riconducibili a tali affermazioni. Ossia cosa quasi impossibile da provare, perché se uno dice una frase discriminatoria, poi qualcuno dovrà provare che una persona che lo ha sentito compie contestualmente una discriminazione, come si fa? Si devo pedinare per giorni tutti coloro che lo hanno sentito?. Quindi, a causa di questo articolo, di noi LGBT si può anche dire che siamo malati, come se la definizione di malattia o normalità fosse un'opinione personale e non una condizione definita dalla scienza. La quale ha stabilito tramite L'O.M.S. nel 1990 che l'omosessualità non è una malattia e nel 2018 che anche la transessualità non lo è.
Anche l'art. 7 è mal impostato per la parte che riguarda la scuola. Infatti rispetto ad oggi rende più difficili interventi educativi sia organici che estemporanei. Contro il bullismo omotransfobico dilagante ci vorrebbe un'educazione al rispetto verso le differenze, ma ci vengono a dire che con questa scusa vogliamo introdurre la fantomatica ed assurda teoria gender, che semplicemente non esiste, è una truffa culturale. Nelle scuole va solo fatto capire che le persone LGBT non vanno discriminate, ma accolte. Lo dovrebbe fare l’educazione civica. Invece, per l’art. 7 se succede un episodio di discriminazione o di bullismo non si potrà intervenire subito nella scuola, perché servirà un progetto che entri nel piano triennale e sia approvato da tutti i genitori! Mentre oggi basta solo l’approvazione del consiglio di istituto che rappresenta già genitori, studenti e docenti".
Terragni: "Si deve levare ogni riferimento alla misoginia e all'identità di genere e si devono consentire corsi Lgbt che sono già presenti nelle scuole lasciando la libertà ai genitori di decidere se mandare i propri figli a questi corsi oppure no".
Teme che le femministe contrarie al ddl Zan possano fare il gioco degli ultracattolici?
Marrazzo: "Lo stanno già facendo, spero che se ne accorgano. Concludo: nonostante la società civile accetti, comprenda e rispetti il pluralismo culturale, razziale, sociale, ecc, permane in certe persone un retaggio dei pregiudizi tradizionali difficile da estirpare perché spesso inconscio. Non solo sugli LGBT ma anche su donne, migranti e non solo. Quante volte ci sentiamo dire: 'io non sono razzista ma....'. 'Io ho tanti amici gay ma...'. Finché non cambia questa mentalità, un minimo di rispetto dell'altro deve essere imposto per legge e, in mancanza, sanzionato. Come il codice della strada, per poter circolare tutti senza troppi incidenti. O come il "Politically Correct", che è una forma di tutela sociale non violenta".
Terragni: "Noi non facciamo il gioco di nessuno. Noi ascoltiamo la nostra coscienza e conosciamo bene il concetto dell'identità di genere che in altri Paesi, come la Gb, è già stato abolito.
La destra farà la sua battaglia, noi faremo la nostra. La differenza è che la destra non vuole la legge tout-court, mentre noi vogliamo la legge ma senza il riferimento all'identità di genere come in Spagna, in Germania e in altri Paesi".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.