Sedici anni di carcere per tentato omicidio, il massimo previsto dal codice. Alla lettura della sentenza Sara Chierici, la ventenne parte del gruppo che la sera del 21 gennaio 2023 a Torino lanciò una bicicletta all'alto del bastione dei Murazzi del Po ferendo gravemente Mauro Glorioso, ha avuto una crisi di panico: «Non è giusto, io devo pagare, ma non così», ha detto tra le lacrime.
Il pm Livia Locci aveva chiesto per lei una pena di 12 anni, i giudici sono andati oltre. La ragazza non ha lanciato la bici che ha ridotto sulla sedia a rotelle lo studente 24enne, ma era lì con gli amici - che sono stati giudicati separatamente - e non ha fatto nulla per fermare quel gesto folle definito dal pm il «gioco del male». «Questo è un tentato omicidio peggiore della consumazione di un omicidio», ha detto la Locci. Glorioso era sull'argine dei Murazzi con gli amici in attesa di entrare in un locale, quando la bici venne lasciata cadere da un gruppetto di cinque adolescenti: i tre minorenni sono stati condannati con rito abbreviato a pene comprese fra i sei anni e otto mesi e i nove anni e sei mesi; per l'altro maggiorenne il processo d'appello verrà ripetuto alla fine di gennaio per decisione della Cassazione. Durante il processo Sara ha spiegato che al momento del lancio della bici si era appartata insieme all'amica a una certa distanza dal luogo. «Non ha partecipato al fatto», hanno detto i suoi difensori. Ma l'accusa le ha contestato di aver taciuto, senza denunciare, anche nei giorni successivi alla tragedia, quando la vittima era in ospedale tra la vita e la morte.
Quella stabilita per la ventenne è la pena
più alta inflitta finora ai ragazzi protagonisti della vicenda, calcolata tenendo conto dell'equivalenza tra le attenuanti generiche e le aggravanti contestate, quelle dei futili e abietti motivi e della minorata difesa.
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