Biden si fa paladino di democrazia e diritti: piano da 424 milioni

L'investimento per contrastare la corruzione e "difendere le elezioni giuste e libere"

Biden si fa paladino di democrazia e diritti: piano da 424 milioni

New York. Agire contro gli autoritarismi e preservare la democrazia. È questo l'appello lanciato dal presidente americano Joe Biden aprendo la due giorni di lavori virtuali del summit per la democrazia, a cui ha invitato circa cento paesi, ma non Russia e Cina. «Dobbiamo agire contro gli autoritarismi e per la protezione dei diritti umani. Restare fermi non è un'opzione», ha affermato l'inquilino della Casa Bianca, sottolineando che «le democrazie stanno sperimentando un declino nell'ultimo decennio, compresi gli Usa, e la sfida del nostro tempo è preservarle». Tra le priorità indicate dal presidente c'è la lotta alla corruzione, la difesa della libertà dei media e dei diritti umani, punti riguardo i quali sembra riferirsi proprio a Mosca e Pechino. Nel corso della prima parte del summit il Comandante in Capo ha annunciato anche la creazione di un piano che prevede di mettere a disposizione sino a 424,4 milioni di dollari a livello globale per lavorare su cinque aree cruciali per la trasparenza e la responsabilità di chi governa: supportare i media liberi e indipendenti, combattere la corruzione, sostenere i riformatori democratici, sviluppare la tecnologia per la democrazia, difendere le elezioni giuste e libere e i processi politici.

Secondo i funzionari cinesi il forum virtuale è «una farsa» e un sinistro imperialismo, mentre l'ambasciatore russo a Washington ha accusato gli Usa di una nuova «mentalità da guerra fredda». Ma dopo l'annuncio del boicottaggio diplomatico dei Giochi invernali di Pechino 2022, un altro schiaffo al Dragone arriva dal Congresso americano: la Camera ha infatti approvato a stragrande maggioranza una serie di misure bipartisan tese a punire la Cina per quella che viene definita «la brutale repressione» del popolo uiguro e di altre minoranze musulmane. È previsto il divieto di importare dalla regione dello Xinjiang i prodotti frutto del lavoro forzato delle minoranze detenute nei cosiddetti campi di rieducazione: ogni azienda che fa affari in quell'area dovrà fornire all'amministrazione americana «prove chiare e convincenti» che nella produzione dei beni importati non siano stati coinvolti i detenuti perseguitati per la loro etnia e fede religiosa.

Sempre ieri, Biden aveva in agenda anche un colloquio con il collega ucraino Volodymyr Zelenzky, con cui deve discutere di questioni delicate dopo il confronto con il leader russo Vladimir Putin. Al summit sulla democrazia sono state escluse anche, tra gli altri, Ungheria, Turchia, Arabia Saudita, Giordania, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Cuba. Per l'Italia è invece intervenuto il premier Mario Draghi, il quale ha sottolineato che «la pandemia ha rappresentato una delle principali sfide alle democrazie del mondo, abbiamo dovuto bilanciare le libertà individuali con le misure di sicurezza e garantire prosperità in un momento di forte recessione. Ma fino ad ora siamo stati all'altezza del compito».

«Le nostre economie si stanno riprendendo velocemente grazie a un supporto senza precedenti dei governi e delle banche centrali - ha proseguito - L'esperienza dell'Ue offre un esempio: nei giorni più bui della crisi abbiamo lanciato Next generation Eu, scegliendo di agire uniti e dividere collettivamente il costo della ripresa». Per Draghi «come democrazie, abbiamo un dovere gli uni verso gli altri, e verso il mondo intero. Dobbiamo tenere fede al nostro impegno per la libertà, l'equità e la prosperità economica per tutti».

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