Bimbo abbraccia il carabiniere che arrestò il papà

Riconosciuto all'incontro in parrocchia: "Sei venuto di notte ad arrestarlo, bravo"

Bimbo abbraccia il carabiniere che arrestò il papà
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Se lo ricordava bene il volto del carabiniere che tempo fa aveva arrestato il suo papà. Così, quando lo ha visto, durante un incontro in parrocchia organizzato a Caivano (Napoli) da don Maurizio Patricello, il prete di strada in prima linea contro la camorra e i roghi tossici, gli si è avvicinato, lo ha fatto chinare e gli ha sussurrato all'orecchio: «Sei venuto di notte e hai portato via papà. Avevi la giacca nera come quella che porti adesso».

Un inatteso riconoscimento per il militare che, dopo aver realizzato chi era quel bimbo, temeva una reazione negativa da parte sua che invece non c'è stata. Tutt'altro. Ancor più sorprendente l'abbraccio spontaneo che ne è seguito. Un gesto di speranza per Parco Verde, una zona spesso sotto i riflettori della cronaca per episodi di criminalità ma dove Chiesa e volontariato lavorano proficuamente per promuovere tra la gente la cultura della legalità. E i risultati cominciano a vedersi. Il capitano Antonio Maria Cavallo, giovane comandante della Compagnia carabinieri di Caivano, stava per parlare ai giovani presenti, quando il piccolo, cinque anni, si è rivolto a lui con una tenerezza inattesa, stringendogli poi le braccia al collo: «Sei stato bravo». Come se avesse la consapevolezza, probabilmente trasmessagli dalla mamma, che arrestando il genitore lo avesse in un certo senso salvato da conseguenze più gravi, come spesso accade in zone ad alto tasso di criminalità come Parco Verde.

L'imbarazzo iniziale si è presto trasformato in un sentimento di orgoglio misto a commozione. «Posso stare con te?», ha chiesto il bambino al carabiniere, restando poi seduto in braccio a lui per buona parte dell'incontro in parrocchia, indossando il suo cappello. L'umanità di quel gesto spontaneo ha toccato il cuore di tutti, rafforzando la convinzione che la necessità di far applicare la legge va anche accompagnata dal dialogo e dal confronto umano. E l'impegno dei carabinieri nelle aree più difficili sembra andare in questa direzione.

Il capitano, romano, 31 anni di cui oltre dieci nell'Arma, racconta con stupore l'episodio di cui è stato protagonista. «Davvero un momento speciale e sorprendente. All'inizio ho provato un attimo di imbarazzo, poi sciolto nella dolcezza e nella spontaneità dell'abbraccio del piccolo, un abbraccio che vale una carriera». Subito dopo anche gli altri bambini si sono fatti coraggio, rivolgendo all'ufficiale domande di ogni tipo: «Ti piace Caivano?», «Perché sei diventato carabiniere?», «Qual è il tuo colore preferito?», «Sei fidanzato?».

Un anno fa Cavallo è stato chiamato a guidare la nuova Compagnia di Caivano, creata ad hoc per rispondere all'emergenza sicurezza di un territorio dove spaccio e camorra sono all'ordine del giorno, noto anche per la tragedia della piccola Fortuna, uccisa dopo essersi ribellata all'ennesima violenza sessuale. «La presenza della Compagnia - dice oggi il parroco - in questo anno si è vista e si è fatta sentire non solo per l'ordine pubblico. Lo testimonia il fatto che i bambini vedano i carabinieri come amici». Il clima è cambiato, ma ancora non basta: «Il futuro si costruisce anche con i servizi sociali e la concreta attenzione politica quotidiana», insiste don Maurizio.

Controlli e arresti si susseguono. Ma il gesto del bambino, per il sacerdote, è «un bel segno di speranza offerto da un bimbo di una famiglia perbene, in cui il papà ha commesso degli errori ma che potrà avere sicuramente un futuro diverso».

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