Blinken in pressing su Bibi. E l'Onu vota la bozza Usa

Il Segretario di Stato chiede la tregua seguendo il documento di Tel Aviv. Ma il premier ora ha dubbi

Blinken in pressing su Bibi. E l'Onu vota la bozza Usa
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Aumenta il pressing degli Usa sulla tregua a Gaza. Il segretario di stato Antony Blinken è tornato in Medio oriente per promuovere il piano annunciato da Joe Biden: ieri ha fatto tappa al Cairo per vedere il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, poi è arrivato in Israele per incontrare il premier Benjamin Netanyahu. Mentre all'Onu il Consiglio di Sicurezza ha approvato la bozza di risoluzione degli Usa che sostiene il piano di cessate il fuoco e invita Hamas ad accettarlo. Il testo - per andare incontro alle richieste di diversi Paesi che volevano fosse menzionato anche lo Stato ebraico - esorta «entrambe le parti ad attuare pienamente i termini del piano senza indugio e senza condizioni», ed è stato approvato con 14 voti a favore e l'astensione della Russia. «Oggi abbiamo votato per la pace», ha detto l'ambasciatrice americana, Linda Thomas-Greenfield.

Blinken, all'ottavo tour nella regione dallo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, ha lanciato un appello ai Paesi arabi a fare «pressione» sul gruppo militante affinché accetti la tregua, dicendosi convinto che la «stragrande maggioranza» degli israeliani e dei palestinesi vogliono la pace. «Se volete un cessate il fuoco, fate pressione su Hamas affinché dica sì», ha sottolineato rivolgendosi ai governi «della regione». Ancora una volta il capo della diplomazia Usa ha descritto il piano come proveniente da Tel Aviv, anche se Netanyahu afferma di voler continuare la guerra finché Hamas non sarà distrutto, e pure i suoi problemi interni e le divisioni politiche potrebbero complicare gli sforzi diplomatici di Washington. Durante il lungo colloquio con Blinken, da parte sua, al-Sisi ha ribadito la necessità di porre fine alla guerra nella Striscia e di impedire l'allargamento del conflitto, cercando di progredire al contempo verso la soluzione a due Stati. I due hanno discusso gli «sforzi congiunti per raggiungere un cessate il fuoco e uno scambio di ostaggi e prigionieri», come ha fatto sapere la presidenza egiziana. E sugli aiuti umanitari, il leader del Cairo ha confermato l'impegno del suo Paese a fare il più possibile, nonostante gli ostacoli posti dalla parte israeliana. Nel frattempo un alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha detto alla Reuters che le parole di Blinken su un cessate il fuoco sono «di parte verso Israele», e la sua posizione è un ostacolo al raggiungimento di un accordo. «Il discorso di Blinken durante la sua visita in Egitto è un esempio di parzialità verso Israele e offre una copertura americana all'olocausto condotto dall'occupazione a Gaza», ha proseguito.

Il New York Times, invece, citando funzionari dello Stato ebraico, ha rivelato che i leader di Hamas avrebbero dato ordini ai miliziani che controllano gli ostaggi nella Striscia di sparare ai prigionieri se pensano che siano in arrivo le forze israeliane. Il quotidiano, che riferisce anche delle operazioni Usa per aiutare nella localizzazione degli ostaggi con i droni, aggiunge che si ritiene che un «piccolo gruppo di prigionieri» sia trattenuto vicino a Yahya Sinwar, il leader di Hamas a Gaza, per essere utilizzati come scudi umani.

Mentre alcuni alti funzionari statunitensi hanno rivelato ad Nbc che l'amministrazione Biden ha discusso la possibilità di negoziare un accordo unilaterale con Hamas (attraverso interlocutori del Qatar) per garantire il rilascio di 5 cittadini americani tenuti in ostaggio a Gaza se gli attuali colloqui di cessate il fuoco che coinvolgono Israele falliranno.

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