Boeri, schiaffo dei pm di Milano

Archistar indagata. Il teorema delle toghe contro il metodo che ha fatto brillare la città

Boeri, schiaffo dei pm di Milano
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Una condominio da diecimila euro al metro dove prima c'era una discarica pubblica, una volumetria moltiplicata in violazione delle norme urbanistiche: questo per la Procura della Repubblica è il progetto «Bosconavigli», uno dei fiori all'occhiello della rigenerazione urbana governata dalla giunta del sindaco Beppe Sala.

Nel lungo, frontale scontro tra magistratura e amministrazione cittadina arriva un nuovo capitolo: ieri i pm chiudono le indagini sul «Bosconavigli», inviando ai funzionari comunali e ai costruttori la notifica che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. E la stessa notifica arriva al professionista che ha firmato il progetto: l'archistar Stefano Boeri, docente al Politecnico, l'urbanista di fiducia del sindaco. L'esistenza dell'indagine era nota da tempo, ma che Boeri fosse finito nel registro degli indagati non lo sapeva nessuno. Ora il suo nome compare nell'avviso conclusivo, insieme a quelli del direttore dei lavori Stefano De Cerchio e dei dirigenti comunali Andrea Viaroli e Giovanni Oggioni, già coinvolti in altre delle numerose indagini di questo filone. Viaroli e Oggioni sono dirigenti dello Sportello unico all'edilizia, l'ufficio comunale che è lo snodo cruciale delle richieste di costruzione. E dove, secondo i vertici del Comune di Milano, gli avvisi di garanzia a ripetizione stanno creando una psicosi che si trasforma in una sostanziale paralisi. «Sono certo che la magistratura farà presto chiarezza sulla vicenda», dichiara il celebre architetto.

Da più parti, nei mesi scorsi, alla Procura erano stati mandati messaggi - prima più sommessi, poi più espliciti - di protesta contro l'ondata di indagini. Dal mondo della politica, delle professioni e soprattutto dell'imprenditoria era stato fatto notare come esporre al rischio di processi penali i protagonisti della «rigenerazione» rischiasse di mandare in crisi pezzi importanti dell'economia milanese. Mettendo in discussione il «modello Milano», il rito di autorizzazioni veloci, si rischia - secondo tali allarmi - di mandare in tilt pure i bilanci comunali, che dagli oneri di urbanizzazione sui nuovi progetti sono ampiamente sostenuti.

La Procura, guidata da Marcello Viola, non ha mai replicato direttamente alle polemiche, tranne - in un comunicato - per spiegare che le norme urbanistiche non sono affatto confuse e contraddittorie, come sostengono le difese. Le norme sono chiare, secondo i pm, e non consentono che interventi rilevanti si possano realizzare, come è spesso accaduto, sulla base di una semplice Scia, una sorta di autocertificazione, senza valutarne l'impatto sul tessuto circostante. Nel caso del «Bosconavigli», secondo l'avviso notificato ieri, è stato utilizzato un «permesso di costruire convenzionato» ma senza passare per un «piano attuativo conforme al piano regolatore», e con una «illegittima riduzione del 25% del valore venale» degli oneri di urbanizzazione; a rendere indispensabile una delibera preventiva del Consiglio comunale era inoltre l'altezza dello stabile (41 metri anziché i 25 massimi). È chiaro che, dettagli tecnici a parte, a essere messo sotto accusa è l'intera prassi seguita in questi anni, e che ha portato - con risultati a volte brillanti - a ridisegnare pezzi importanti della città. Non è casuale che tra gli indagati per il «Bosconavigli» ci sia Boeri: l'archistar che in questa area (a ridosso tra piazzale delle Milizie e la romantica zona della chiesa di San Cristoforo, sul Naviglio Grande) ha replicato lo stile del «Bosco verticale» del quartiere Isola. Boeri è di fatto il professionista-simbolo della visione urbanistica del sindaco Sala, e mettere sotto accusa lui comporta in qualche modo accusare quella visione.

Come è accaduto per un altro progetto ad alto significato urbanistico, la Biblioteca internazionale di Cultura a Porta Vittoria: lì Boeri è indagato per avere assegnato il progetto a professionisti con cui era in rapporto. Le indagini sono prossime alla chiusura.

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