Quelli dei centri sociali si fanno riconoscere. Sempre e dappertutto. Non sanno nemmeno manifestare pacificamente. Devono lanciare bottiglie, petardi, fumogeni e scagliarsi contro la polizia. Devono urlare "odio la Lega", "siamo la città dell'accoglienza", "polizia schierata a proteggere fascisti e razzisti", sfoderare rossi striscioni e intonare "Bella ciao". E così hanno fatto anche questa sera, al PalaDozza di Bologna, in occasione della convention leghista per l'apertura ufficiale della campagna elettorale di Lucia Borgonzoni in vista delle Regionali del 26 gennaio. Hanno cercato in tutti i modi di superare la zona rossa che la questura aveva predisposto intorno al PalaDozza con decine di agenti schierati a difesa del palazzetto. Ma dopo vari tentativi, gli agenti sono riusciti a respingerli grazie all'uso degli idranti.
Mentre fuori dal palazzetto i soliti antagonisti si scatenano, Matteo Salvini viene interrogato dai giornalisti. Il leader del Carroccio giustifica il ritardo dell'inizio dell'evento (circa 40 minuti) perché "ci sono ancora dieci pullman bloccati ancora da questi delinquenti". Salvini, quindi, condanna ciò che sta accadendo fuori dal PalaDozza ("ci sono alcuni buontemponi, figli di papà, qui fuori"), ringrazia "i poliziotti che hanno a che fare con questi" e si augura che alla fine di tutto "non ci sia alcun poliziotto contuso". "Fuori ci sono dei teppisti che cercano di aggredire poliziotti e carabinieri - aggiunge -. In democrazia non funziona così, poliziotti e carabinieri dovrebbero stare in stazione a controllare gli spacciatori, non in strada a bloccare i viali e a usare gli idranti perché ci sono dei violenti per i quali a Bologna può manifestare solo qualcuno che a loro sta simpatico e la Lega no. Siamo in democrazia, Bologna è aperta a tutti".
Arrivati i pullman e sedati gli animi, l'evento può iniziare. Il PalaDozza è pieno. Tutti i posti a sedere sono occupati. Sul palco ci sono tutti i governatori del Carroccio che a turno spendono parole per un nuovo governo di centrodestra. Un centrodestra sempre più forte. "Le identità diverse che ci sono in una regione sono una ricchezza, dovete decidere del vostro futuro - dice dal palco Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia - Voi dovete dare il colpo di grazia, avete sulle spalle le sorti del paese, potete liberare l'Italia".
E prima dell'ultimo governatore, Mario Giordano, ha accolto la richiesta del pubblico che chiedeva di parlare di Bibbiano. "Un sistema che ha fatto soldi sulla pelle dei bambini - dice -. Qui dietro ci sono ideologia e interessi. Questo è l'esempio che quando ci sono queste due cose le persone non si fermano davanti a niente, nemmeno davanti ai bambini che vengono strappate alle loro famiglie". E proprio mentre finisce di dire queste parole, spunta fra la folla un contestatore. Gli urlano di uscire, "tranquilli - dice Giordano - qui c'è spazio per tutti".
Dopo le parole di tutti i governatori, è la volta di Lucia Borgonzoni. "Non mi sarei mai immaginata una Bologna così che abbia voglia di cambiare - inizia la candidata alle Regionali -. L'Emilia-Romagna è di tutti. Io lo dico sempre e mi querelano. Bisognerebbe vergognarsi di questo, non di me che indosso la maglietta 'parlateci di Bibbiano'. Noi vogliamo un'Emilia-Romagna aperta a tutti, che non ci siano cittadini di serie A e di serie B". La Borgonzoni scoperchia tutti gli altarini, tira fuori tutti gli scheletri nell'armadio del Pd, dalla sanità alle infrastrutture. Per finire con Bibbiano. "Una vergogna", ripete. "Andiamo a liberare la nostra terra - conclude - e poi andiamo a liberare l'Italia intera".
Il suo intervento è finito. Tocca a Matteo Salvini. Il leader del Carroccio fa il giro del palazzetto, saluta e ringrazia tutti. La folla è incontenibile. Poi sale sul palco per dare tutto il suo sostegno a Lucia Borgonzoni. "Grazie a tutti voi - inizia il leader della Lega -. Senza libertà tutto questo non ha senso. Vengo in Emilia-Romagna in punta di piedi. Non ho nulla da insegnare, ho molto da impare da voi. Siamo passati da Boccaccio a qualche perditempo. Se ci sono rimasti alcuni squadristi in questo Paese, sono quelli qui fuori che vogliono impedire l'esercizio della democrazia". Salvini fa il suo discorso alle più di 5mila persone presenti al palazzetto. Parla di Bibbiano, dei bimbi che non possono fare la recita di Natale, degli antagonisti fuori dal PalaDozza che sfidano gli agenti e ovviamente delle elezioni regionali del 26 gennaio perché "c'è bisogno di tutti voi".
"Insieme si vince - conclude il leghista -. Solo uniti si vince. C'è bisogno di voi, conto su ciascuno di voi, non poniamoci limiti. Se puoi sognarlo, puoi farlo. Io sogno una Emilia-Romagna più ricca, felice e sicura. Chiedo a tutti di avere questo sogno, questa lucida follia. E vi ringrazio ricordandovi che bisogna essere amici di tutti, servi di nessuno".
Intanto, mentre la folla (composta) al PalaDozza è incontenibile, Zingaretti, Gentiloni e Renzi
postano le foto di piazza Maggiore a Bologna, dov'è in corso la manifestazione di protesta. "Grazie Bologna", scrivono. Ma non condannano (neanche questa volta) lo scempio messo in atto dai centri sociali.
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