Le recriminazioni linguistiche in Alto Adige tornano a far discutere. C'è chi chiede di cancellare i nomi italiani perché "fascisti". La proposta ovviamente scatena nuove polemiche e divisioni nella Regione autonoma. Ma di cosa si tratta? Come scrive Il Tempo dopo l’appello dell’Accademia della Crusca, firmato da quarantotto docenti universitari "per salvare i nomi italiani della toponomastica bilingue", in una seduta infuocata il consiglio provinciale di Bolzano ha preso di mira la Crusca stessa.
Tutto è nato da una mozione sui nomi di luogo in lingua italiana presentata e approvata dal partito "Südtiroler Freiheit" e appoggiata da Svp. In base a questa mozione la richiesta della Crusca viene considerata "politica", quindi non culturale: "Il Consiglio provinciale - si legge nel testo - disapprova qualsiasi iniziativa che strumentalizzi la scienza, e specialmente la linguistica, a fini politici e respinge con determinazione l’appello dell’Accademia della Crusca". Il Consiglio poi ha precisato che disapprova "i tentativi di reinterpretare la politica della macro e microtoponomastica fascista come patrimonio culturale".
Ma questo cosa significa? Che le denominazioni inserite durante il Ventennio possono essere cancellate? Altro che patrimonio culturale: i nomi di fiumi, montagne, laghi e paesi, più o meno grandi, si possono benissimo cambiare. Alessandro Urzì, consigliere regionale e provinciale di Bolzano de "L'Alto Adige nel cuore", da tempo denuncia il tentativo di pulizia linguistica in atto contro il bilinguismo inserito e tutelato nello Statuto autonomo: "L’accelerazione e la sfida lanciata al governo da parte del presidente della Provincia Arno Kompatscher e dei secessionisti è un segnale che potrebbe forse rendere chiaro l’obiettivo della Svp che non si accontenta di soluzioni equilibrate ma che chiede di passare la spugna sulla intera identità e sul diritto all’uso della lingua italiana in Alto Adige".
E oltre ai nomi a rischio ci sarebbero anche le statue: "In Consiglio provinciale è stato presentato un ordine del giorno che sarà discusso a brevissimo con cui si chiede che le statue del Leone di San Marco e della Lupa capitolina posti sulle due colonne e ora rimosse per essere ristrutturate non siano più ricollocate al loro posto perché "fasciste".
La guerra per cancellare ogni traccia d''Italia dall'Alto Adige va avanti senza soste. Anche a costo di cancellare cento anni di storia.
E il tentativo di accordo - denunciato da il Tempo - tra il governo e la Südtiroler Volkspartei per cancellare i nomi italiani di montagne e città, con cui il governo voleva assicursi il "sì" al referendum costituzionale, dimostra che ormai non si guarda più in faccia a niente.
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