La bomba migranti innescata dai russi. Le prime prove che inchiodano la brigata Wagner

Polemiche. Interrogazioni. Ma anche analisi che confermano il pericolo Wagner

La bomba migranti innescata dai russi. Le prime prove che inchiodano la brigata Wagner

Polemiche. Interrogazioni. Ma anche analisi che confermano il pericolo Wagner. La potente milizia russa, protagonista del conflitto in Ucraina, ha anche le mani su alcune leve dell'immigrazione clandestina dal Nordafrica. È quella che il ministro della difesa Guido Crosetto chiama la «guerra ibrida». Un po' sul campo di battaglia e poi spingendo migliaia di disperati verso le coste italiane.

Non è fantascienza, ma purtroppo è più di un'ipotesi. E si possono mettere in fila alcuni elementi. «Mi stupisco che alcuni si stupiscano di quello che la Wagner fa in Africa, - afferma Adolfo Urso, ministro del Made in Italy, ma nel passato presidente del Copasir - già due anni fa il Copasir aveva allarmato il parlamento in relazioni ufficiali, dopo indagini conoscitive e secretate sull'azione di accerchiamento della Russia verso l'Europa».

Urso indica anche l'area in cui la Wagner ha agito negli ultimi anni: il Sahel, dove i mercenari russi hanno orchestrato una serie di colpi di Stato, mutando gli equilibri di una parte del mondo che fornisce purtroppo moltissimi uomini alle rotte dei migranti. Insomma, la brigata è nei territori che alimentano il traffico di esseri umani. E gli stessi mercenari sono in Libia, dove oltre seicentomila persone secondo i nostri Servizi sono ammassate in condizioni drammatiche, in attesa della partenza verso l'Occidente. «I russi - spiega al Giornale Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore di Domino - sono molto forti in Cirenaica ed è possibile che premano in qualche modo per ingrossare le colonne di chi si avventura sulle barche. Io credo che da questo punto di vista Crosetto, evocando il pericolo che viene dai soldati di Mosca, provi a coinvolgere la Nato. L'Europa non risponde, tergiversa, prende tempo e allora il nostro governo cerca un altro interlocutore per fronteggiare l'emergenza. E per convincerlo, mostra la minaccia con le insegne della Russia».

Dunque, prende forma uno scenario inquietante: i russi sono nelle aree più povere del continente e sulle spiagge della Libia e possono seguire e in certa misura condizionare i flussi in marcia verso l'Europa. «Ritengo che quanto detto da Crosetto sia pienamente credibile - si sbilancia il generale Giorgio Battisti, membro del Comitato Atlantico italiano - del resto è risaputo in ambito internazionale come i nostri Servizi lavorino bene».

Insomma, se si leggono in controluce le dichiarazioni di Crosetto, che ha rotto un silenzio andato avanti per settimane, si intuisce la gravità della situazione: i nostri 007 devono aver colto le manovre degli agenti del Cremlino dietro le quinte e la testimonianza di Urso conferma che la nostra intelligence tiene d'occhio le mosse di Mosca e dei suoi soldati da molto tempo. C'è il precedente del 2021: i profughi portati in Bielorussia, alla frontiera polacca, porta d'ingresso dell'Europa.

Il nostro esecutivo teme che con la bella stagione si rilancino operazioni analoghe, sulle sponde del Mediterraneo. Magari, diecimila partenze al giorno, e in mezzo a quella folla qualche potenziale terrorista. Si incrociano le dita.

La pensa diversamente Carlo Calenda: «Un governo che dice che c'è un complotto internazionale non è serio. La Wagner sta in Africa da moltissimo tempo, ma è ovvio che più le aree di crisi aumentano e più cresce la pressione sull'Europa».

Alcuni

deputati del Pd, fra cui Pietro Fassino, hanno presentato invece un'interrogazione sul caso: «Crosetto chiarisca sugli eventuali legami fra sbarchi e infiltrazioni russe». In realtà nessuno sottovaluta quel che sta accadendo.

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