Bonafede agita le manette: "Pena massima per evasori da 6 a 8 anni"

Parlando davanti alla commissione Giustizia della Camera, il ministro Bonafede conferma l'inasprimento delle pene per gli evasori: "Il massimo della pena passa da 6 a 8 anni". Alla fine il Pd cede al giustizialismo dei 5 Stelle

Bonafede agita le manette: "Pena massima per evasori da 6 a 8 anni"

Sul tema del carcere agli evasori il Movimento 5 Stelle ha battuto il Pd. Di nuovo. Le discussioni in seno alla maggioranza sull'opportunità di inasprire le pene per chi froda il fisco, abbassando al tempo stesso le soglie, sono andate avanti diversi giorni. Ma alla fine il giustizialismo grillino ha avuto la meglio. Nel suo intervento alla commissione Giustizia della Camera per illustrare le linee programmatiche del suo ministero dopo l'accordo del governo sulla manovra, il ministro Alfonso Bonafede esulta: "Nel perseguimento della legalità ritengo sia necessario proseguire nella lotta alle organizzazioni mafiose e potenziare le misure di contrasto all'evasione fiscale", attraverso "l'inasprimento delle pene per gli evasori" e "rendendo più trasparenti le transazioni commerciali". Concretamente, il ministro pentastellato conferma "l'aumento del massimo della pena da 6 a 8 anni" per gli evasori fiscali appena approvato dal governo in Cdm. Resta il dubbio, però, sullo strumento con cui introdurre la misura manettara: se con un decreto legge, di cui - precisa il ministro - "la maggioranza sta verificando di studiare l'idoneità" oppure, in alternativa, con un emendamento (o un ddl).

Comunque, a prescindere dallo strumento utilizzato, l'inasprimento ci sarà. Come ricorda il Sole 24 Ore, il pacchetto pensato dal governo si basa su quattro pilastri: aumento delle sanzioni, abbassamento delle soglie, estensione della confisca allargata e della responsabilità amministrativa. Nei giorni scorsi, il Pd aveva promesso una valutazione politica delle proposte in materia fiscale dei 5 Stelle, ma alla fine ha ceduto alla volontà giustizialista di Bonafede e dei 5 Stelle. Un boccone duro da mandar giù per il segretario dem Zingaretti e soprattutto per Renzi che nel 2015, da presidente del consiglio, aveva alzato le soglie di punibilità. Ora però la strada è tracciata. Resta da capire se le nuove norme saranno varate con un decreto fiscale nella forma di un decreto legge, oppure con un ddl, come vorrebbe il Pd. Infatti, l'innesto di misure di diritto penale sostanziale in un decreto legge è considerato una questione giuridicamente controversa. "Meglio non rischiare", il consiglio ai pentastellati degli alleati di sinistra.

Già pronti ad abbassare la testa anche su un'altra proposta grillina, vale a dire la responsabilità amministrativa delle imprese per i reati commessi dai dipendenti, dalla commissione dei quali hanno avuto vantaggio o tratto interesse.

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