La Boschi agita lo spauracchio del conflitto di interessi

Il ministro Boschi: "A giugno legge sul conflitto di interessi in Aula". Brunetta: "Queste minacce ci fanno un baffo"

La Boschi agita lo spauracchio del conflitto di interessi

In un'ampia intervista al Corriere della sera il ministro delle riforme, Maria Elena Boschi, preannuncia che il governo porterà "il conflitto di interessi in aula già nelle prossime settimane. Se tanti nostri ex leader ed ex premier avessero messo lo stesso impegno o la stessa tenacia che hanno messo nelle scorse settimane sui dettagli dell'Italicum non toccherebbe a noi e avremmo già una legge. Ma non è mai troppo tardi - aggiunge -. Vorrà dire che il conflitto di interessi lo porteremo in Aula nelle prossime settimane. Ora è in Commissione, chiederemo la calendarizzazione in Aula entro giugno".

Il ministro si sofferma poi sulla legge per il nuovo Senato, ribadendo che il testo non è blindato: "La maggioranza è schiacciante - rimarca - Questo non significa che non si possa aprire una discussione di merito sulle riforme costituzionali. Il superamento del bicameralismo paritario e la revisione del titolo V della Costituzione sono obiettivi storici: il testo non è blindato anche se una maggioranza pronta a votare il disegno di legge uscito dalla Camera c’è già". Boschi assicura: "siamo pronti a
un confronto vero, su varie ipotesi, dal sistema delle garanzie a modelli diversi d’elezione, per esempio il modello simil Bundesrat, sino all’equilibrio dei poteri".

La Boschi tocca anche i difficili rapporti interni in seno al Pd, escludendo il rischio di scissione dopo l’Italicum: "Noi non la vogliamo, la stessa minoranza non la vuole. E non la vogliono gli italiani che sono stanchi delle polemiche e non sentono il
bisogno di nuovi piccoli partiti". Il Pd, prosegue, "ha allargato il campo, coinvolgendo persone che guardano all’area liberal, ma anche a sinistra. Le nostre misure non sono di destra. C’è un progetto di cambiamento del Paese che in questo momento solo il Pd può affrontare".

L'intervista della Boschi infiamma il dibattito politico, già molto teso per l'approvazione della legge elettorale. "Dopo l’approvazione della legge elettorale - afferma Elvira Savino, capogruppo di Forza Italia in Commissione Politiche della Ue a Montecitorio - il governo vuole occuparsi della legge sul conflitto di interessi, due temi che non interessano ai cittadini. Più che una riforma, quella annunciata oggi dal ministro Boschi sul Corriere della Sera appare come un ricatto, una minaccia neanche tanto velata a Forza Italia per non fare il referendum contro l’Italicum e per non ostacolare l’abolizione del Senato. Il vero conflitto che esiste in Italia - aggiunge Savino - è sociale e generazionale visto che c’è un tasso di disoccupazione generale al 13 per cento e giovanile al 43,1 per cento. Ma a Renzi non interessano i problemi degli Italiani, il Governo in questa legislatura si sta occupando solo di se stesso, per poter essere sicuramente al potere anche nella prossima legislatura. L’unico che può impedire ciò è il presidente Berlusconi guidando alla vittoria la coalizione di centrodestra".

"A noi delle minacce della Boschi non ce ne importa niente. Ce ne facciamo un baffo", tuona il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta. "A noi la cosa non turba né poco né tanto.

Pensi Renzi ai suoi conflitti e alla sua finanza di relazione, ai suoi tanti amici finanzieri, nelle banche, nei giornali e a Londra".

"Conflitto di interessi: brava Boschi, è priorità - twitta Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) -. Come nel caso del padre di un ministro, vicepresidente di una banca che trae benefici dalle leggi del governo".

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