Scatta il totonomi per il rimpasto: chi entra e chi può uscire

Tutte le forze di maggioranza stanno pensando a un blitz prima dell'election day di settembre: ecco chi rischia di uscire e chi potrebbe entrare

Scatta il totonomi per il rimpasto: chi entra e chi può uscire

"Fantascienza", sostiene Luigi Di Maio. "Se ci mettiamo a parlare di poltrone anziché di lavoro gli italiani ci vengono a cercare a casa", avverte Matteo Renzi. Dichiarazioni di facciata che però devono fare i conti con il borsino della politica che ormai quota alta l'ipotesi di un rimpasto di governo. Un termine che rappresenta il denominatore comune di tutte le forze di maggioranza, che starebbero pensando a un vero e proprio blitz prima delle elezioni che si terranno il 20 e il 21 settembre. Nonostante le varie smentite, i leader dei vari gruppi avrebbero già iniziato ad avviare una serie di discorsi per verificare i presupposti per mettere in atto una mossa del genere.

Intanto nelle scorse ore il premier Giuseppe Conte, in occasione della conferenza stampa per la presentazione del decreto Agosto, ha escluso categoricamente tale ipotesi, ribadendo la sua totale soddisfazione nei confronti dell'operato dei ministri dell'esecutivo giallorosso: "Non c'è nessuna esigenza di rimpasto che è anche una formula logora, fermo restando che non sono particolarmente esperto di come la politica passata affrontava alcuni passaggi". Ma la pausa estiva di agosto potrebbe partorire importantissime novità, che vedrebbero il presidente del Consiglio affidarsi a nuovi titolari di alcuni dicasteri.

Il totonomi per il rimpasto

In molti sono convinti che lo stesso avvocato, preoccupato dal risultato dell'election day, stia gestendo in prima persona il rimpasto: il pericolo concreto è che, considerando le fibrillazioni scaturite dalla possibile sconfitta del centrosinistra nella maggior parte delle Regioni, la situazione possa sfuggirgli di mano. L'edizione odierna de La Repubblica ha elencato tutti coloro che rischiano il posto e i possibili eredi: sia in uscita sia in entrata non mancano nomi di spicco e di rilievo. A cigolare sarebbero soprattutto in 3: Alfonso Bonafede, Nunzia Catalfo e Paola De Micheli. Il Guardasigilli, che sarebbe disposto a lasciare solo in cambio del Viminale, potrebbe essere sostituito da Andrea Orlando; non è da escludere che il vicesegretario del Partito democratico possa vestire l'abito del sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Graziano Delrio potrebbe sbarcare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; al Lavoro andrebbe il viceministro del Tesoro, Laura Castelli (a cui subentrerebbe Stefano Buffagni). A temere il benservito sono Luciana Lamorgese e Gaetano Manfredi dell'Università. Tuttavia il risiko sull'Interno appare comunque meno probabile, visto che un rappresentante dem ha fatto notare: "I grillini hanno già gli Esteri con Di Maio, non possono prendere pure l'Interno, in nessun governo di coalizione è mai accaduto".

Nel frattempo Matteo Renzi starebbe spingendo per l'ingresso di Maria Elena Boschi con una delega di peso: l'attuale capogruppo di Italia Viva alla Camera punta all'Istruzione, riunificando il Ministero con quello dell'Università. Ecco perché Lucia Azzolina trema, ma c'è chi ha sconsigliato a Conte di privarsene a pochi giorni dalla riapertura delle scuole dopo l'emergenza Coronavirus.

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