"Il boss arrestato per mafia parlava di affari con i Renzi"

Da quanto scrive La Verità, nelle carte dell'inchiesta Umbria sulle infiltrazioni mafiose, qualche esponente della malavita avrebbe incontrato Tiziano Renzi

"Il boss arrestato per mafia parlava di affari con i Renzi"

È dei giorni scorsi la notizia della maxi operazione della Polizia di Stato, coordinate dalle Procure distrettuali antimafia di Catanzaro e Reggio Calabria, contro alcune cosche mafiose operanti in Umbria. Da quanto emerso dalle indagini, secondo gli inquirenti la 'ndrangheta era riuscita a creare veri e propri sodalizi criminali nella regione del centro Italia. Un blitz che ha portato a ventisette arresti e al sequestro di dieci milioni di euro, oltre a ingenti quantitativi di droga e diverse armi. Alcuni degli indagati, come confermato dal capo della squadra mobile di Perugia, "si interessavano alle vicende politiche e amministrative del capoluogo e regionali". Ecco, ora, secondo quanto scrive La Verità, dalle carte dell'inchiesta sulle infiltrazioni in Umbra, emergerebbe che alcuni vertici della mala "avrebbero incontrato più volte Tiziano Renzi e il cognato dell'ex premier Andrea Conticini". Per quale ragione? A quanto scrive il quotidiano, per questioni di "liquidità da investire in società in difficoltà".

Tra le ventisette persone arrestate settimana scorsa la figure cardine sarebbero Pasquale Nicola Profiti e Giuseppe Benincasa, "presunti boss, che dalle intercettazioni risultano aver parlato di affari con i parenti di Matteo Renzi, in particolare con il cognato Andrea Conticini".

Il giornale, dunque, riporta l'estratto di un'intercettazione tra "Pino" Benincasa – presunto uomo di fiducia delle 'ndrine di Umbra secondo l'Antimafia – con l'avvocato Domenico Accia: "Adesso i soldi non è che mi servono, me ne servono di più...sia i soldi che le banche. Anche perché sto andando a fare una bella operazione in Serbia...dovrei partire in questi giorni...", stuzzicando così la curiosità del legale, che vuole saperne di più. Benincasa dunque si sbottona: "Per fare una bella...questa è una bella operazione. C'è di mezzo...il papà e lo zio (sorride, nde)...Siamo stati contattati...abbiamo conosciuto...questi cristiani che...il papà di Renzi...con il cognato...e lo zio. Sono...sono già tre o quattro volte che ci incontrano".

Insomma, una conversazione telefonica nella quale Benincasa sostiene di aver avuto più di un contatto con i parenti dell'ex presidente del Consiglio.

Il "cognato" citato sarebbe dunque proprio Andrea Conticini, titolare, inseme alla moglie Matilde Renzi, sorella appunto di Matteo, della Marc consulting, e già indagato per riciclaggio nell'inchiesta della Procura di Firenze sulla presunta sottrazione di fondi destinati ai bambini africani per l'Unicef.

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