Un asse tra sindacati e sinistra politica, vasto e trasversale, che si opponga in maniera chiara a Matteo Renzi e al suo governo. Maurizio Landini, a quarantott'ore dalla "sortita" sul Fatto Quotidiano, scende di fatto in campo, pur senza smettere i panni del sindacalista, alzando il livello dello scontro con il premier.
Mentre il "caso" del segretario della Fiom già agita Cgil, sinistra e minoranza dem, incassando l'investitura di Sel e il gelo dei bersaniani, in serata è lo stesso Landini a tornare sulla potenziale discesa in campo, negando ogni aspirazione a fondare un partito ma parlando, nella sua replica all'attacco di Renzi, quasi da "padre" di un nuovo progetto politico: "Io sconfitto? La Fiom ha 350mila iscritti, più del partito di Renzi. E non facciamo cene da 1000 euro". "Io voglio a continuare a fare il sindacalista", chiarisce Landini a Ballarò senza arretrare di un millimetro dall'idea di una "vasta coalizione sociale" che si opponga a un premier, che "pur non essendo stato eletto, sta cancellando lo Statuto dei lavoratori. E' a rischio la tenuta democratica del Paese".
Le parole del segretario della Fiom destinate ad aprire il dibattito in tutta la sinistr. Per il momento, però, solo Pippo Civati opta per spezzare chiaramente una lancia a favore del numero uno delle tute blu. "Con Landini parlerò ma di persona. E credo sia il momento che tutti quelli che si interrogano su un nuovo partito a sinistra facciano altrettanto". In pochi, tuttavia, nel Pd al momento sarebbero d'accordo. Non lo sarebbero i bersaniani che, con Miguel Gotor, tornano a ribadire come la battaglia vada fatta "dentro il partito", impedendo "una deriva neocentrista che è il cuore del disegno di Renzi". Tace Gianni Cuperlo mentre Stefano Fassina apre al senso della "coalizione sociale" indicata da Landini: "Pone un problema vero: il lavoro, nonostante lo sforzo di alcuni di noi e di Sel, non ha un'adeguata rappresentanza".
Un chiaro plauso arriva da Nichi Vendola ("è una risorsa, non certo un problema") che da mesi è impegnato a creare un fronte comune che dentro e fuori il Parlamento si opponga al "renzismo". Certo, i rischi di una discesa nell'arena politica, per Landini, già sembrano profilarsi all'orizzonte, complice - fanno notare in Transatlantico - la potenziale caduta in un "poco produttivo" dualismo mediatico con Renzi.
E non mancano gli effetti anche sul fronte sindacale, dove oggi fa rumore l'incontro tconil segretario della Cgil Susanna Camusso. Un vertice apparso, nonostante Landini precisi che fosse in agenda da settimana, quasi come una "convocazione a rapporto" dopo l'intervista di sabato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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