Bruxelles, la rete delle lobby "green" del clima

In cima alla lista c'è l'influente Ong European federation for transport and environment (T&E), che ha ricevuto 3,04 milioni di euro da soggetti istituzionali e 6,27 milioni da fondazioni

Bruxelles, la rete delle lobby "green" del clima

Il lobbismo è un'industria da miliardi di euro a Bruxelles. Secondo il Corporate Europe Observatory, un "watchdog" che fa campagne per una maggiore trasparenza, ci sono almeno 30mila lobbisti a Bruxelles, quasi corrispondenti ai 31mila dipendenti impiegati dalla Commissione europea e secondi solo a quelli presenti a Washington Dc. I lobbisti firmano un registro per la trasparenza gestito dal parlamento e dalla commissione, sebbene non sia obbligatorio. L'energia, il lavoro e la crescita, l'economia digitale, i mercati finanziari, i trasporti ma sopratutto il clima sono i settori che attraggono di più i lobbisti di Bruxelles. Multinazioni, industrie, Ong, gruppi di interesse: anche i cambiamenti climatici possono diventare un affare particolarmente redditizio.

In cima alla lista di questa fitta rete di lobby c'è, come nota La Verità, l'influente Ong European federation for transport and environment (T&E). Di che cosa si occupa? Basta cliccare sul sito: "I trasporti rappresentano il principale problema climatico dell'Europa, rappresentando il 27% delle emissioni di gas serra dell'Unione. I trasporti sono l'unico settore principale in cui le emissioni sono aumentate dal 1990, determinando un aumento delle emissioni complessive dell'UE nel 2017. Se l'Ue vuole mantenere gli impegni climatici assunti con l'accordo di Parigi, l'Europa ha bisogno di politiche dei trasporti più intelligenti e più ambiziose". E ancora: "Riteniamo che l'Europa dovrebbe avere i livelli più bassi di emissioni di gas serra e di inquinamento atmosferico e acustico dei trasporti".

Parliamo di una Ong ricchissima, finanziata dalla stessa Commissione europea. Dal 2016 a oggi, T&E ha ricevuto inoltre 3,04 milioni di euro da soggetti istituzionali e 6,27 milioni da fondazioni e altre associazioni. Tra i maggiori finanziatori, superiori a 750.000 euro, troviamo, oltre alla Commissione europea, la European climate foundation e la Norwegian agency for development cooperation. Fra i "supporter" della Ong c'è poi La Fondazione per lo sviluppo sostenibile: in generale, T&E è supportata da 60 organizzazioni (49 membri e 11 sostenitori) che lavorano "per promuovere trasporti più intelligenti e puliti in 25 paesi in tutta Europa". Particolarmente interessante, però, è la già citata Europe climate Foundation il cui presidente è il milionario Stephen Brenninkmeijer, appartenente alla quinta generazione della famiglia che ha fondato e detiene ancora la catena internazionale olandese di negozi di abbigliamento al dettaglio C&A.

I Brenninkmeijer sono una famiglia olandese cattolica di origine tedesca che ha mantenuto la proprietà e la gestione del marchio C&A, che conta circa 2.000 negozi in Brasile, Cina, Messico e 19 paesi europei. La società è uno dei primi cinque rivenditori di moda al dettaglio n Europa, ma raramente rivela cifre sui ricavi. Nel 2017 C&A ha rivelato che avrebbe ridisegnato il suo modello di business con capi "eco-sostenibili". Tornando alla T&E, particolarmente interessante è il supporto della Fondazione ClimateWorks, a sua volta partner di altre organizzazioni, attraverso donazioni singole e sponsorizzazioni continue. Ad esempio, la Oak Foundation ha finanziato la fondazione ClimateWorks con 75 milioni di euro per lo sviluppo di "meccanismi di governance locale e globale responsabili, che avranno importanti ramificazioni sia a livello sociale che ambientale".

Nel board della ClimateWorks, finanziata perlopiù dalla Hewlett & Packard Foundation, troviamo Caio Koch-Weser, ex vicepresidente di Deutsche Bank ed ex viceministro tedesco delle Finanze tedesco, e John Podesta, responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton nel 2016. Caio Koch-Weser è inoltre presidente del Consiglio consultivo della Europe Climate Foundation e dal 2013 al 2018 è stato presidente del cda. L'Europe Climate Foundation è finanziata dal Nationale Postcode Loterij, The Arcadia Fund, Children's Investment Fund Foundation, The McCall MacBain Foundation, Oak Foundation and The William, Flora Hewlett Foundation e, guarda un po', dalla ClimateWorks.

Gira e rigira, si tratta di un complesso sistema di "scatole cinesi" dove troviamo sempre gli stessi business man, studiosi, ex politici, banchieri, "filantropi", che intonano tutti la stessa canzone, adottando gli slogan apocalittici del momento. Sarà anche tutto "no-profit" e spassionata filantropia, ma a Bruxelles di verde sembra esserci solamente il colore dei soldi.

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