Bucci rottama la sinistra: la liberazione di Genova

Il candidato azzurro rompe l'egemonia dei democratici. Il centrodestra dopo la Regione conquista pure il Comune

Bucci rottama la sinistra: la liberazione di Genova

È la fine di un'epoca, forse l'inizio di una nuova. Genova la rossa non esiste più: la città da sempre col cuore a sinistra, cosi diversa dalla vicina Milano, si consegna alla destra in una notte caldissima d'estate. Dieci punti di distacco: 55 a 45. Un colpo da ko. Le memorie partigiane e le lotte operaie, la tradizione antifascista e gli scioperi contro il governo Tambroni. Il glorioso album della gauche finisce a pezzi dentro le urne che decretano il sacrilegio: l'«americano» Marco Bucci, 22 anni fra Minneapolis e New York ad occuparsi da manager di tecnologie informatiche, Tac e risonanze, sbaraglia il rivale Gianni Crivello, assessore nella giunta uscente del marchese Marco Doria, lanciato nella mischia per salvare il salvabile. Niente da fare: le lanterne non sono più rosse, nemmeno qui dove qualcuno pensava che il cambiamento non sarebbe mai arrivato.

E invece gli exit poll sono tutti. In linea: Bucci è avanti, con una forchetta che oscilla ma un margine rassicurante: 6-8 punti. Un divario che si allarga via via che arrivano le cifre dello scrutinio reale: dieci punti, 55 a 45. Una distanza incolmabile che diventa definitiva.

Le interviste all'uscita dei seggi confermano la svolta ora per ora: al mattino la tendenza è già consolidata e il sogno della grande remontada svanisce sotto il solleone; il pomeriggio non porta sorprese e la sera delinea la disfatta nella metropoli sotto la lente di esperti e analisti. Bucci è in testa, come lo era dopo il primo turno quando aveva raggiunto un clamoroso 38,8 per cento, più di cinque punti sopra Crivello, inchiodato ad uno striminzito 33,4 per cento.

La verità è che Bucci è sempre stato in vantaggio e tutti i tentativi della nomenklatura di ribaltare la situazione si sono infranti contro la stanchezza dei genovesi: meglio cambiare dopo decenni di crisi, dopo il tracollo della grande industria e la perdita di quasi un terzo della popolazione. Genova, un tempo Superba e ora smarrita, invecchiata e in declino. «Per tutta la giornata - conferma al Giornale il neosindaco - ho avuto ottime sensazioni. La gente veniva a salutarmi, a darmi il cinque, a incoraggiarmi. Io credo che due fattori abbiano contribuito a scardinare il vecchio sistema di potere: una parte dei grillini, rimasti fuori dal ballottaggio, ha deciso di votare per il sottoscritto e di rottamare un quarto di secolo di fallimentari giunte rosse. La stessa cosa deve aver pensato una quota dell'elettorato di centrodestra, tornato al voto dopo anni di disincanto e astensionismo. L'occasione era storica e non poteva essere sprecata».

Certo, quasi il 60 per cento degli elettori non è andato ai seggi, ma i dati, per quanto allarmanti, sono in linea con quelli di cinque anni fa: al secondo giro di valzer solo il 39 per cento dei genovesi era entrato nella cabina. Insomma, la disaffezione c'è ma è cronica e viene da lontano. Questo non cambia il senso di una sconfitta storica che Crivello ha provato a esorcizzare per tutto il giorno. Prudenza e disillusione per la fine di una rendita.

L'operazione al confine fra le diverse sinistre, con un candidato non renziano e mai entrato nel Pd, non è servita. Perde Crivello, ma prende una batosta anche l'ex premier che infatti si è tenuto alla larga dalla Lanterna ed è rimasto sul bordo della piscina paterna a Rignano, derubricando la sfida a questione locale. Vince, anzi stravince il modello Toti, il quasi partito unico del governatore che mette insieme azzurri, leghisti e fan della Meloni. E il governtaore festeggia: «Un risultato storico, auspico che la nostra coalizione sappia fare tesoro di questo risultato in Liguria».

Dopo la Liguria infatti, anche Savona, Genova e La Spezia sperimentano il format, collaudato e però in crisi. Ora, fra Roma e Arcore, dovranno scegliere fra l'usato sicuro, che torna sotto la Lanterna liberata, e la grande coalizione con gli avversari del Pd. Ma contro il parere degli elettori.

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