Il buco nero dei condoni. Sparite 30mila pratiche (e 56 milioni di euro)

Sei arresti, 5 sono dipendenti del Comune. L'intercettazione: "Ormai siamo un'azienda..."

Il buco nero dei condoni. Sparite 30mila pratiche (e 56 milioni di euro)

Ci hanno provato in molti a cercare di far passare una pratica edilizia bloccata mettendo mano al portafogli, nella speranza di trovare nell'amministrazione qualcuno connivente, disposto ad accettare denaro per oliare un ingranaggio inceppato. Ma il più delle volte costruttori disonesti e piccoli proprietari si trovano davanti un muro.

È andata bene, invece, a chi ha avuto a che fare con una manciata di dipendenti dell'Ufficio Condono edilizio del Comune di Roma. Almeno fino a qualche settimana fa. Ieri, infatti, i carabinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e del sostituto Nadia Plastina, hanno eseguito un'ordinanza che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di 6 indagati responsabili, a vario titolo, di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, truffa, falsa attestazione e certificazione. Si tratta di quattro dipendenti corrotti della Società «Risorse per Roma spa» appaltata dal Comune di Roma per la gestione dell'Ufficio Condono, che insieme a un funzionario comunale e a un geometra, libero professionista, chiedevano denaro ai privati che avevano in pendenza l'istruttoria di istanza di condono per aggirare la burocrazia, manovrando a loro piacimento le richieste per sanare violazioni edilizie e regolarizzare immobili abusivi.

«Una corruzione sistematica», secondo il gip Claudio Carini, che ha disposto anche il sequestro dei conti correnti di alcuni degli indagati per un valore di 455.000 euro. «Siamo ormai, siamo un'azienda, siamo un'azienda lanciata noi ormai capito», sottolineavano orgogliosi due degli arrestati nel corso di una conversazione intercettata, che compare nell'ordinanza.

«Abbiamo risolto brillantemente con un ricamino... ci siamo inventati una lettera...e così abbiamo concordato per me 1500... zona vincolata... abuso edilizio...aveva fatto impiccio, me so' inventato delle cose... bisogna essere come si dice dal punto di vista del procuratore di Roma esperti del male per concepire una cosa di questo tipo ...una mente perversa», spiega uno degli arrestati, intercettato mentre parla con un complice che a sua volta risponde: «Ah quindi bravissimo, è da galera questa cosa».

Le indagini sono partite nel settembre 2016 quando un altro funzionario di «Risorse per Roma» ha sporto denuncia ai carabinieri della Compagnia Eur dopo aver ricevuto uno scritto anonimo contenente minacce nei suoi riguardi, per riscontrato anomalie amministrative su diverse pratiche afferenti ai condoni di unità immobiliari.

«La diffusione capillare e l'entità del fenomeno corruttivo venuto alla luce è da ritenersi ancora in atto», secondo il Gip. Nell'ordinanza si legge inoltre che l'attuale Direttore dell'Ufficio del Condono Edilizio è preoccupato per una situazione «fuori controllo», legata alla criticità nella modalità di lavorazione/archiviazione dei fascicoli contenenti le istruttorie e per mancata riscossione degli oneri. «Per oltre 28 mila pratiche l'iter istruttorio risulta bloccato per varie ragioni, 30 mila documenti sono fuori posto e non inseriti nei relativi fascicoli, impedendo così l'accesso agli atti o la definizione dell'istruttoria, rilevando la mancata riscossione da parte dell'Ufficio Condono di oneri quantificati in circa 56 milioni di euro», c'è scritto nell'ordinanza.

Cinquantasei milioni, quindi, che non sono entrati nelle

casse del Campidoglio, mentre molti stanno per uscire perché ieri la sindaca Virginia Raggi ha annunciato lo stanziamento di 86 milioni di euro per l'acquisto di immobili sfitti o invenduti per creare nuove case popolari.

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