A Budapest il derby sovranista

La propaganda è già scesa in campo, Ungheria-Italia, derby sovranista, Orbán e Meloni uniti anche nel football

A Budapest il derby sovranista

La propaganda è già scesa in campo, Ungheria-Italia, derby sovranista, Orbán e Meloni uniti anche nel football. Tutto previsto dal calendario agonistico, non da quello elettorale. Bandiere simili, tricolore con bande orizzontali quello magiaro, verticale il nostro, il drappo magiaro portò, per un certo tempo, un buco nel centro della stoffa, memoria tragica della stella rossa del comunismo e dell'invasione sovietica. Si può dire che Viktor Orbán abbia preso la palla al balzo, ha lanciato la proposta di ospitare la supercoppa italiana di lega (altro giochetto di parole), edizione 2023, in Ungheria, offrendo 8 milioni di euro, molto lontani dai 23 annuali, per sei stagioni, garantiti dagli arabi di Riyadh che accoglieranno il 18 gennaio del prossimo anno il derby Milan-Inter. Prime reazioni allergiche, l'Ungheria nega i diritti civili dunque meglio tenersi alla larga dalle tentazioni e, per ipocrisia manifesta, mettersi nelle mani di chi prevede le pene corporali e la condanna a morte mentre per le donne vige il vecchio proverbio «una ragazza non possiede altro che il suo velo e la sua tomba». Fatto il riassunto per mettere un po' d'ordine nella fuffa di propaganda, ecco che ieri sera a Budapest, gli azzurri di Mancini hanno incontrato i magiari di Marco Rossi, allenatore già sodale con la Sampdoria, del cittì italiano. Tra Ungheria e Italia la storia è antica pur tra popoli non affini e geograficamente distanti. Il santo patrono dell'Ungheria è Gherardo Sagredo, veneziano, fu lui a diffondere il cristianesimo che gli costò il martirio e la rupe che domina Budapest porta il suo nome. Tralascio le note relative a Giuseppe Garibaldi dichiarato eroe nazionale d'Ungheria e ritorno alla partita di calcio giocata nell'Arena Puskas. Ferenc Puskas, colonnello dell'esercito magiaro, è stato il più grande calciatore della storia ungherese. Giocava per l'Honved, leggenda mondiale ma all'età di ventinove anni, approfittando di una tournée del club in Europa, scappò, insieme con altri compagni di squadra, dai carrai armati sovietici che avevano invaso Budapest e si rifugiò in Liguria. I giornali lo avevano dato per morto, così titolò anche La Nazione di Firenze, Puskas era già una leggenda, inseguito da Inter e Juventus, sarebbe diventato ancora più illustre con il Real Madrid di Alfredo Di Stefano.

Il ventitré di gennaio del 1958, vestì la maglia del Signa 14, una società sportiva più antica della Fiorentina e giocò, a fianco di operai e ferrovieri, contro la squadra giovanile dell'Empoli. A Budapest, ieri sera, palla al centro. Si può scrivere?

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