Aveva preannunciato che il 25 aprile avrebbe fatto qualcosa che avrebbe messo d'accordo tutti. E Ignazio La Russa, su cui da giorni sono puntati i riflettori del centrosinistra, non ha deluso le aspettative.
Da giorni in tanti si domandavano cosa avrebbe fatto in occasione di questa ricorrenza la seconda carica dello Stato. É il programma stesso della sua giornata a descrivere la volontà di inviare un messaggio preciso e uscire dal consueto recinto delle polemiche a orologeria e delle contestazioni di piazza. La Russa il 25 aprile si recherà al campo di concentramento di Theresienstadt (Praga), utilizzato dai nazisti tra il 1941 e il 1945. La mattina sarà all'Altare della Patria, poi partirà alla volta della capitale della Repubblica Ceca per partecipare alla riunione dei presidenti dei Parlamenti dei Paesi membri dell'Unione europea e, alle 15, sarà alla commemorazione, con la deposizione di una corona al monumento di Jan Palach - il patriota cecoslovacco divenuto simbolo della resistenza antisovietica - in Piazza San Venceslao, nella capitale ceca.
La Russa non si tira indietro neppure quando si tratta di chiarire il significato di quelle sue parole che tante polemiche hanno suscitato («L'antifascismo non è nella Costituzione» aveva detto il presidente del Senato): «Ho letto l'articolo (di Repubblica ndr) con richiamo in prima pagina dal titolo L'antifascismo non è nella Costituzione. Il mio 25 aprile? Metterò d'accordo tutti'. Ringrazio il giornalista che ha lecitamente trasformato in colloquio un veloce scambio di parole alla buvette del Senato e ripreso in maniera corretta dall'agenzia Ansa. Mi preme però sottolineare che, come riportato anche dalla stessa agenzia, il mio riferimento non era all'antifascismo' ma all'assenza in Costituzione della parola antifascismo', essendo i valori della Resistenza, a cui mi sono esplicitamente richiamato, espressi in positivo nella prima parte della Costituzione».
Il passaggio in cui l'ex ministro della Difesa dichiara di riconoscersi nella Resistenza è questo ed è particolarmente significativo: «Io condivido appieno i valori della Resistenza, vista come superamento di una dittatura. Il fatto è che di quei valori si sono appropriati il Pci prima e la sinistra poi. Questo è un fatto storico. E a questo mi sono sempre opposto. Inoltre guardate che nella Costituzione non c'è alcun riferimento alla parola antifascismo. Perché? Io credo semplicemente che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al PCI e all'Urss».
Il tentativo, insomma, è quello di superare la logica e lo schema di chi, come ha detto due giorni fa in Senato Lucio Malan, «vorrebbe vivere in un eterno 1944». Inutile dire che i chiarimenti di La Russa non servono a disinnescare le polemiche. Elly Schlein, reduce dalla visita a Riano al luogo in cui fu ritrovato il corpo di Giacomo Matteotti, risponde: «Ho sentito le parole di La Russa, ha detto che l'antifascismo non è in Costituzione. Ma l'antifascismo è la nostra Costituzione». In verità non è la prima volta che La Russa accende il dibattito in occasione del 25 aprile. Lo scorso ottobre in una intervista a La Stampa alla domanda «Celebrerà il 25 aprile?», aveva replicato: «Dipende. Certo non sfilerò nei cortei per come si svolgono oggi. Perché lì non si celebra una festa della libertà e della democrazia ma qualcosa di completamente diverso, appannaggio di una certa sinistra.
Non ho avuto difficoltà come Ministro della Difesa a portare una corona di fiori al monumento dei partigiani al cimitero Maggiore di Milano». Una linea coerente con la volontà di non alimentare un clima da perenne Dopoguerra, tenendo viva la passione della politica.
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