La buonascuola è cominciata ieri, ma di buono al momento non si è visto nulla e l'orizzonte sembra ancora più scuro.
Come se non bastasse l'allarme lanciato ieri da Save The Children nel rapporto sulla povertà educativa in cui versa l'Italia da nord a sud, i primi numeri sull'efficienza della macchina messa in moto dal Ministero dell'Istruzione cominciano ad emergere e sono sconfortanti.
Il trasferimento coatto imposto agli insegnanti non è andato giù a molti destinatari di una cattedra dall'altra parte del Paese e la rinuncia di maestri e professori ha pesato sull'esordio della scuola targata Renzi.
Negli istituti ieri gli alunni avranno anche trovato banchi e sedie, ma sicuramente mancava il personale. Bidelli, segretari, personale tecnico e amministrativo, nonché insegnanti: tutti assenti all'appello.
A Milano mancano oltre 1800 insegnanti di sostegno mentre a Genova si sono presentati 50 professori su 400. Sono solo due dei casi che si ripetono su tutto il territorio nazionale e che preoccupano la Cgil, secondo le cui stime mancano oltre 30mila insegnanti di supporto ad alunni con handicap.
Anche l'assenza del personale a.t.a. mette a serio rischio il buon funzionamento, se non l'apertura, delle scuole. Il sindacato fa presente che mancano 15mila collaboratori tecnici e amministrativi e che in 1700 scuole non c'è il preside. Nei comuni più piccoli se manca l'unico bidello previsto al servizio, la scuola non apre e ai bambini non resta che tornare a casa, con buona pace dei genitori.
Al coro di proteste sollevato dalla Cgil si uniscono anche le altre sigle.
La Cisl denuncia che ci saranno dalle 60mila alle 80mila supplenze annuali a causa della mancanza di insegnanti di ruolo mentre la Uil ricorda che i presidi hanno posticipato la formazione del comitato di valutazione - previsto dalla riforma - almeno a dicembre.
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