Si stringe il cerchio intorno al killer del Ceo di UnitedHealthcare Brian Thompson, ucciso in un agguato mercoledì mattina a New York. Il sospetto assassino è ancora in fuga, ma la polizia sta ricostruendo i suoi movimenti nei giorni precedenti la sparatoria: è arrivato al terminal di Port Authority a Manhattan il 24 novembre con un autobus proveniente da Atlanta, in Georgia (pur se non è chiaro ancora dove sia salito). Quindi ha usato un falso documento d'identità del New Jersey per prenotare una stanza nell'ostello nell'Upper West Side dove alloggiava prima dell'omicidio. La polizia ha trovato un'impronta digitale ritenuta appartenente al killer su una bottiglietta d'acqua sul luogo del delitto, ma era troppo rovinata per essere utilizzabile. E ora gli inquirenti si starebbero concentrando su una pistola acquistata in Connecticut dello stesso tipo di quella usata per uccidere Thompson, una B&T Station Six-9 a canna lunga con un silenziatore incorporato: si tratta di un'arma non facilmente reperibile, quindi la polizia ha esaminato tutti gli acquisti recenti. Per quanto riguarda il movente, invece, Alan Dershowitz, l'avvocato di Harvard diventato famoso nel collegio difensivo di O.J. Simpson, ritiene che il delitto potrebbe essere stato commissionato da qualcuno dentro la sua stessa azienda. In una intervista a Fox il legale ha ricordato che il dipartimento di Giustizia ha aperto un'inchiesta per abuso di monopolio contro UnitedHealthcare, mentre lo stesso Thompson era stato accusato di insider trading e frode per aver venduto milioni di dollari in azioni del gruppo una volta appresa dell'inchiesta federale. «Ci sarà forse stata gente che aveva paura che avrebbe collaborato con gli investigatori rivelando informazioni nei loro confronti», ha detto Dershowitz, per cui questa dovrebbe essere una delle piste nell'indagine.
Intanto, la vicenda ha portato alla luce la frustrazione degli americani nei confronti di un settore che spesso nega la copertura. UnitedHealthcare ha dovuto chiudere i commenti sui suoi profili social dopo che valanghe di assicurati hanno sommerso le pagine di recensioni negative su come sono state trattate le loro richieste di risarcimento. Alcuni hanno pure citato le alte percentuali di richieste respinte dalla compagnia, tra le più restrittive nell'esame delle pratiche. E ora, altri colossi assicurativi corrono ai ripari.
Anthem Blue Cross Blue Shield, una delle maggiori compagnie assicurative sanitarie del Paese, è tornata sui suoi passi annullando la decisione di far pagare l'anestesia ai pazienti durante gli interventi chirurgici se la procedura avesse superato un certo limite di tempo. «C'è stata una significativa e diffusa disinformazione e abbiamo deciso di non procedere», ha affermato l'assicurazione in una nota.
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