Bus fermi, metro lenta e funicolare bloccata. A Napoli si gira a piedi

Su 900 pullman ne circolano 250. Da 4 giorni lo stop a Mergellina: dipendenti in malattia

Bus fermi, metro lenta e funicolare bloccata. A Napoli si gira a piedi

Napoli - Chi va a piedi, va sano e va lontano. A Napoli, il vecchio adagio si adatta al mutare dei tempi. Tempi difficili per chi vuole (vorrebbe) prendere un mezzo pubblico, magari pagando pure il biglietto considerato che, statistiche alla mano, il 54 per cento dei passeggeri dei bus, quei pochi che sono in circolazione, non lo fa. Percentuale che sale al 70 per cento se dal centro ci spostiamo in periferia.

E questo accade, nonostante il sempre ottimista sindaco Luigi de Magistris abbia dichiarato che, entro il 2019, Napoli sarà «tra le capitali mondiali dei trasporti». Convinto lui.

Ieri, per il quarto giorno consecutivo, la funicolare di Mergellina è rimasta chiusa. Quindici dipendenti si sono tutti ammalati (tutti) venerdì scorso, e senza di loro si tratta di addetti alla sicurezza e all'esercizio, quelli che danno il vapore, insomma il treno non può proprio partire. Gli altri due impianti sono rimasti off-limits per «soli» tre giorni, invece. A occhio, nel week end appena trascorso sono rimaste a piedi 180mila persone. Forse 200mila, visto che la funicolare di Montesanto non ha assicurato, da venerdì a domenica, nemmeno le fasce di garanzia. Maledetto virus che ha colpito proprio nel momento più aspro della contesa tra i sindacati e l'Azienda napoletana mobilità sull'inquadramento professionale, e quindi sui livelli salariali. L'amministrazione comunale e l'Anm hanno fatto la voce grossa e chiesto ad Asl e magistratura di attivare immediatamente le visite fiscali, ma lo scontro è destinato a durare e a incattivirsi ancor di più.

La società di trasporto pubblico è in concordato preventivo. Ha 150 milioni di euro di debiti e ha dismesso anche le corse per la provincia di Napoli. Però continua a pagare a 106 fortunatissimi funzionari e dirigenti super-minimi da 40mila euro. Altro che terno, a Napoli la fortuna viene con la busta paga dell'Anm.

Muoversi è diventato complicatissimo. I taxi costano un molto e i tram sono conservati ben bene nei depositi perché l'arteria unica di percorrenza Via Marina, a ridosso della linea di costa del porto è sventrata da un cantiere che avrebbe dovuto renderla più bella e più efficiente. Cantiere chiuso, invece, perché l'amministrazione non paga la ditta che ha licenziato gli operai. Rescisso il contratto, non si sa quando finiranno i lavori. E, senza manto stradale, i binari dei tram non possono certo essere posati.

La metro, allora? Il tempo di attesa è di circa una ventina di minuti abbondante, e ad oggi l'unico mezzo di locomozione possibile. Il colmo però è che il Comune paga un milione di euro per la linea 6 che è chiusa da 4 anni per lavori di ampliamento.

Nel dettaglio: 240mila euro di stipendi; 300mila euro per elettricità e utenze varie; 230mila euro per la manutenzione ordinaria e straordinaria.

Sui 900 bus in attività nel 2009, ne sono in circolazione dai 200 ai 250. Sono i nuovi rinoceronti, animali di ferro in via d'estinzione. Se ne vedete uno, chiamate il Wwf.

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