"C'è l'accordo". Ecco chi è l'improbabile alleato di Di Maio

Luigi Di Maio e Bruno Tabacci trovato un accordo per correre insieme alle prossime elezioni Politiche. Niente raccolta firme per i dimaiani

"C'è l'accordo". Ecco chi è l'improbabile alleato di Di Maio

L'idea iniziale era aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e, invece, Luigi Di Maio, per sopravvivere, rischia di morire (politicamente parlando) democristiano.

L'ufficialità è arrivata oggi pomeriggio e, secondo quanto trapela dell'entourage del ministro degli Esteri, lunedì mattina ci sarà il lancio del nuovo progetto. "Sarà l'evoluzione di Insieme per il futuro", fanno sapere dallo staff di Di Maio che, ormai, verrà ribattezzato il "grillino democristiano". L'ex capo politico del M5S, che ha iniziato la sua carriera politica quasi dieci anni fa come vicepresidente della Camera, è diventato da pochi mesi leader del gruppo dei 'grillini governisti' Insieme per il futuro. Ora i dimaiani, sfuggiti alla tagliola del limite dei due mandati a cui non sono riusciti a sottrarsi i contiani rimasti nel Movimento Cinque Stelle, cercheranno di rientrare in Parlamento grazie all'accordo stipulato con il Centro Democratico di Bruno Tabacci, un escamotage per evitare di dover raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni Politiche del prossimo 25 settembre.

Tabacci, già presidente della Regione Lombardia alla fine degli anni '80, è un ex democristiano che ha iniziato la sua carriera parlamentare nel 1992 proprio sotto le insegne dello scudo crociato, mentre stava per esplodere lo scandalo Tangentopoli. Dopo una parentesi di sette anni fuori dal 'Palazzo', rientra alla Camera nel 2001 con l'Udc di Pier Ferdinando Casini, la 'quarta gamba' del centrodestra all'inizio dei primi anni 2000. Tabacci, poi, a partire dal 2009, ha iniziato a bazzicare tra i meandri moderati del centrosinistra fino al 2012 quando ha dato vita al Centro Democratico.

Ora, Di Maio si avvia a seguire la strada dell'intramontabile ex democristiano e, nonostante l'iniziale promessa di restare nelle Istituzioni solo per due mandati, non sembra intenzionato a far concludere qui la sua breve ma decisamente intensa carriera politica. Difficile (ma non impossibile) che torni a ricoprire il ruolo di vicepremier o di ministro degli Esteri, ma, come insegna il percorso politico di Tabacci, un posto da sottosegretario non si nega a nessuno...

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