C'è l'ordine di cattura per i genitori di Saman. Chiesta l'estradizione alle autorità pakistane

I due sono latitanti dall'arresto dello zio. Si trovano nel villaggio d'origine. Il padre confessò in una telefonata a un parente nel 2021: "L'ho uccisa io"

L'abitazione dove viveva, insieme ai genitori, Saman Abbas
L'abitazione dove viveva, insieme ai genitori, Saman Abbas

Il Pakistan si fa sentire sul caso di Saman Abbas, la 18enne scomparsa e con tutta probabilità uccisa dallo zio e dai cugini, con la complicità dei genitori. Saman è scomparsa nella notte del 30 aprile 2021 a Novellara di Reggio Emilia, il corpo non è stato mai ritrovato ma ora Islamabad «ha emesso un provvedimento di cattura nazionale» nei confronti dei genitori della giovane. A riferirlo è Maria Josè Falcicchia, direttrice della seconda divisione dell'Interpol, ospite venerdì sera negli studi della trasmissione di Rete 4 Quarto Grado. «Nelle scorse settimane - ha spiegato la dirigente - le autorità del Pakistan hanno recepito la fondatezza delle attività svolte in Italia dai carabinieri di Reggio Emilia e dall'autorità giudiziaria supportata dai servizi di cooperazione di polizia. Dopo una valutazione molto lunga per un caso complicato anche per loro e senza precedenti, hanno deciso di fare propria la red notice, ossia la richiesta di arresto internazionale già nel circuito Interpol, delegando le autorità di polizia del Punjab, regione dalla quale proviene la famiglia di Saman».

Il movente dell'omicidio sarebbe stato il rifiuto della ragazza a un matrimonio combinato in patria con un cugino di 10 anni più vecchio. Il corpo di Saman non è mai stato ritrovato ma uno dei cugini, Ikram Ijaz, ha raccontato che sarebbe stata strangolata con una corda, fatta a pezzi e gettata nel Po. Se così fosse è possibile che Saman non venga mai più ritrovata. La scintilla che alimentò la rabbia dei familiari della giovane sarebbe stata la foto di un bacio tra Saman e il fidanzato per le vie di Bologna. Il momento di intimità tra i due era stato postato da Saman sui social tra la fine del 2020 e l'inizio del 2021. Un cugino, sentito dai carabinieri di Reggio Emilia, ha riferito che il padre Shabbar, la madre Nazia e il fratello «si lamentavano in continuazione di tale situazione». In una intercettazione telefonica il padre l'8 giugno 2021 dice a un parente: «Ho ucciso mia figlia e non me ne frega nulla di nessuno».

Il padre Shabbar e la madre Nazia sono latitanti dopo l'arresto dello zio Danish Hasnain, ritenuto l'esecutore materiale del delitto, e dei cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che dopo essere stati arrestati si trovano in carcere a Reggio Emilia. I genitori di Saman erano rientrati in Pakistan pochi giorni dopo il presunto assassinio della figlia e si troverebbero nel loro villaggio di origine, a Charanwala, nella regione rurale del Punjab. Qualora i genitori dovessero venire arrestati si aprirebbero le trattative per l'estradizione. «L'Italia ha già chiesto l'estradizione - ha ricordato la dirigente Falcicchia - Il Pakistan cita un vecchio trattato del 72, ma per noi l'estradizione non è esclusa. Non c'è un attuale trattato firmato da entrambi i Paesi ed esiste l'estradizione di cortesia, una consuetudine internazionale che spesso tanti Paesi adottano.

Siamo molto fiduciosi per la sensibilità che abbiamo riscontrato dalle autorità pachistane, sono stati due anni lunghi ma non privi di impegno e di continue attività svolte dall'Interpol e dal nostro esperto di sicurezza presso

l'ambasciata in Pakistan. Recentemente i nostri vertici di cooperazione internazionale, il generale Giampiero Ianni e il prefetto Vittorio Rizzi, hanno incontrato le autorità pakistane a margine di un incontro in India».

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